Società

«Il vero lusso è restituire»: l’augurio del principe veneziano Giovanni Alliata a Jeff Bezos

«Il matrimonio di mia madre a Venezia, il 13 febbraio 1953 nella Basilica della Salute, commosse tutta la città. Erano altri tempi, è vero, ma i grandi gesti pubblici avevano ancora una valenza collettiva». A parlare è Giovanni Alliata di Montereale, nobile romano, veneziano d’adozione, storico, editore e osservatore finissimo delle dinamiche del potere, figlio di Yana Cini e del principe Fabrizio Alliata di Montereale. Ci accoglie nella sua dimora a pochi passi da campo San Vio, con il tono elegante di chi ha visto passare mezza Europa davanti a una tazza di tè. Sotto le dita, volumi su Cini, Venezia e fondazioni illuminate. Si parla anche del recente matrimonio tra Jeff Bezos e Lauren Sànchez, al centro dell’attenzione mediatica internazionale. «I Cini – spiega – costruivano asili, ospedali, case per i lavoratori. Bezos spedisce la amata nello spazio (con la speranza che rientri!). Sono linguaggi diversi, ma la simbologia oggi è cambiata».

Giovanni Alliata di Montereale

Giovanni Alliata di Montereale

FEDERICA REPETTO

E mentre racconta, compie un salto indietro nel tempo: al nonno materno Vittorio Cini, imprenditore e mecenate, tra i protagonisti del rilancio industriale ed educativo del Veneto. «A Santa Marta – si sofferma – la mia famiglia costruì case per i lavoratori; a Pellestrina, la casa di ospitalità Santa Maria del Mare; sull’isola di San Giorgio, il Centro Arti e Mestieri e il Centro Marinaro, che dagli anni Cinquanta furono un punto di riferimento per le giovani generazioni di tutto il Veneto. E anche a Roma, il Nido Verde per l’infanzia poliomielitica dedicato a “Lyda Cini”, grande attrice teatrale e cinematografica, moglie di Vittorio”. Ricorda poi la figura del nonno materno e della Fondazione sull’Isola di San Giorgio, che ancora oggi conserva l’impronta di quella visione educativa e sociale; qui saranno attesi i promessi sposi. «Le nozze del futuro? Dovrebbero forse ispirarsi a quei gesti concreti. Ma senza moralismi. Perché, nel mio mondo, un bacio pubblico può essere teatrale e sincero allo stesso tempo», sottolinea. Il suo augurio, garbato e affettuoso, è che Bezos unisca al sentimento per la sua futura moglie anche un sincero innamoramento per Venezia. «Chissà che Venezia non riesca a conquistarlo come ha fatto Lauren. E magari – aggiunge – investa nella Fondazione Giorgio Cini, e in tutta la città. Sarebbe un gesto che parla il linguaggio del cuore, ma con ricadute molto reali».

Un auspicio che arriva da chi ha visto, nella propria famiglia, l’unione tra amore, filantropia e mecenatismo: il matrimonio della madre Yana Cini Alliata di Montereale fu accompagnato da importanti liberalità destinate ai veneziani. E se si dovesse immaginare uno stemma araldico per Jeff Bezos tra un razzo e un pacco Prime? «Forse – conclude – basterebbe solo un cuore grande». Sorride. Ma, da aristocratico, sa bene che anche un cuore, se autentico, può essere un simbolo eterno.


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