il trasporto periferico che condanna all’isolamento
C’è un angolo di Roma dove la vita quotidiana dipende da due soli numeri: 040 e 041. Sono le linee di autobus che, nel IV Municipio, collegano i quartieri di Settecamini e Case Rosse con il cuore della Capitale.
Ma da mesi quei bus – vecchi, scomodi, spesso in ritardo o addirittura assenti – hanno trasformato uno spostamento di pochi chilometri in un’impresa quotidiana. Fino a spingere i comitati di quartiere a lanciare un vero e proprio allarme.
Mezzi in pensione, corse in affanno
Fino allo scorso anno, a gestire la 040 e la 041 era Roma Tpl. Oggi tocca a Sap, la società che cura il lotto est del trasporto periferico. Peccato che i mezzi – ereditati dal vecchio concessionario – siano rimasti gli stessi: bus datati, rumorosi, con sedili logori e porte che a volte non si chiudono nemmeno. “Salire su uno di quei bus è un atto di fede”, racconta un pendolare. E il servizio, più che fede, richiede sopportazione: corse regolarmente in ritardo, con punte di cancellazioni che lasciano passeggeri a terra.

Viaggiare tra incendi e vandalismi
Il disagio, però, non finisce alla mancanza di comfort. I residenti segnalano un’escalation di atti vandalici: finestre spaccate da sassate, incendi dolosi alle fermate, graffiti che coprono ogni spazio libero. Il timore di salire a bordo di un bus preso di mira da incivili si somma all’ansia di non arrivare in tempo a scuola, in ufficio, a un appuntamento medico.
La mossa dei comitati: Corte dei Conti e Procura
Stanchi di segnalazioni rimaste inascoltate durante le audizioni in Commissione Mobilità, i comitati di Settecamini e Case Rosse hanno deciso di trasformare il malessere in un’azione formale. In queste ore è stato presentato un esposto alla Corte dei Conti: a giudizio degli attivisti, Sap sta violando il contratto di servizio, consegnando agli utenti un trasporto ben sotto gli standard previsti e senza mezzi nuovi come invece prevede la convenzione.
Ma non basta. Caterina Crimeni, presidente del Cdq Settecamini, sta già preparando un secondo esposto, questa volta alla Procura della Repubblica, per il reato di interruzione di pubblico servizio.
L’obiettivo è dimostrare che, in assenza di un’alternativa – visto che il prolungamento della metro B arriverà solo fra anni – i cittadini sono allo stremo e il diritto alla mobilità viene di fatto negato.
Isolati in attesa della metro
Per Settecamini e Case Rosse, quella periferia alle porte di Roma, il trasporto pubblico non è un semplice servizio: è un vitalizio urbano. Senza corse regolari, non basta possedere l’abbonamento.
Le alternative sono poche: ricorrere al taxi, all’auto propria o… rinunciare. Una condanna al car-traffic e all’isolamento sociale ed economico, in controtendenza con il modello di città sostenibile di cui tutti parlano.
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