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Il terzetto di “falchi” che odia Bruxelles e gestisce i dossier caldi del Pentagono


Il terzetto di "falchi" che odia Bruxelles e gestisce i dossier caldi del Pentagono

La tempesta del Signalgate che ha colpito l’amministrazione Trump è un segnale per l’Europa. Nei messaggi tra il vicepresidente JD Vance, il capo del Pentagono Pete Hegseth e il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz, traspare tutto l’astio per il Vecchio continente. «Non sopporto di dover salvare di nuovo l’Europa», ha scritto Vance, cui ha fatto eco Hegseth: «Condivido il tuo odio per il parassita europeo, è patetico».

Più che scivoloni, questi messaggi sono il segno della nuova politica americana, fatta di dazi, provocazioni e funzionari anti-europei. E le nomine per il Pentagono restituiscono un’immagine preoccupante per Bruxelles.

È il caso di Elbridge Colby. Nipote d’arte, suo nonno William guidò la Cia tra il 73 e 76 per poi essere grigliato da Oriana Fallaci in una storica intervista, è stato scelto da Trump come vice capo del Pentagono per le policy, un ruolo che determina la traiettoria del dipartimento. Colby, in attesa di conferma definitiva dal Senato, ha un passato importante tra Harvard e Yale e negli anni si è occupato di strategia nucleare e sviluppo militare cinese. Tra gli esperti è noto per essere un «realista», un consigliere convinto che nella politica estera conti di più il dominio militare ed economico che le idee. Forte critico dei neocon repubblicani per le guerre in Irak e Afghanistan, è stato scettico sull’idea dei democratici di usare gli aiuti esteri per esportare la democrazia.

Negli ultimi anni Colby è diventato un vivace falco anti-Ue (e anti-Cina). In varie occasioni ha rimarcato la necessità che gli Usa riducano i soldati in Europa e Medioriente così che le forze Usa possano prepararsi alla guerra tra Cina e Taiwan. Posizione ribadita in un’intervista col più trumpiano degli anchorman, Tucker Carlson: «Siamo vicini alla Terza guerra mondiale, serve un cambiamento».

Nel suo processo di smantellamento della presenza americana in Europa, Colby sarà aiutato anche da John Andrew Byers, scelto come vice consigliere per il Sud-Est asiatico. Professore di storia e analista, Byers, che si descrive come un sostenitore della moderazione in politica estera, a ottobre ha scritto un pezzo per il think tank Aier nel quale evidenziava la necessità di superare la Nato e che gli Usa non pagassero più per la Difesa europea, lasciando agli alleati il compito di provvedere in autonomia.

Una posizione che condivide Michael DiMino, nominato principale consigliere per il Medioriente, pare su suggerimento di Colby. Già analista per la Cia e impiegato al Pentagono durante il primo Trump, è un isolazionista e sostiene che gli americani debbano ritirarsi dal Medioriente. Non solo.

In unanalisi del 2024, argomentava come gli aiuti per l’Ucraina non fossero sufficienti per la vittoria contro Mosca e che Washington dovrebbe limitarsi a un appoggio difensivo che porti a un negoziato. Con buona pace delle paure europee in materia di sicurezza.


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