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Roma, 15 nov. (Adnkronos) – Dal tombale alla tomba, e cioè dal condono edilizio alle detrazioni per il sepolcro. Anche quest’anno gli emendamenti alla manovra riguardano i temi più disparati. Intanto è bufera sulla proposta che impone di comunicare anticipatamente l’adesione allo sciopero dei trasporti con i sindacati che ne chiedono il ritiro immediato.

A ogni modo solo una minima percentuale delle 5.742 proposte di modifica arriverà al voto in commissione Bilancio. I segnalati infatti, ovvero quelli considerati prioritari dai partiti saranno 414, che corrisponde a mandare in soffitta quasi il 93% del totale. Il 7% circa restante sarà poi oggetto di un’ulteriore scrematura con le ammissibilità, quindi la percentuale dovrebbe calare ulteriormente.

Tra le pieghe dei fascicoli non manca poi qualche ‘incongruenza’, come nel caso della sanatoria edilizia. Accanto alla proposta di Fratelli d’Italia di sanare le opere abusive secondo le regole del condono del 2003, troviamo anche due emendamenti di FdI che chiedono alzare da 50 a 75 milioni le risorse del Fondo per le demolizioni delle opere abusive gestito da Cassa depositi e prestiti.

Per le opposizioni l’emendamento sul condono strizza l’occhio alla Campania. Dopo che “Giorgia Meloni a settembre” aveva “annunciato un piano sulla casa, in manovra non c’è nulla, però oggi come emendamento Fratelli d’Italia prova a inserire l’ennesimo condono, che è strizzare l’occhio a chi non ha rispettato le regole, dando un colpo agli stinchi di quelli che le regole le hanno sempre rispettate. Perché invece non facciamo un grande piano per la casa che in questo Paese manca da vent’anni? Perché non rimettiamo quel fondo per l’affitto che sosteneva quelle famiglie che non riescono più a pagare l’affitto e stanno rischiando lo sfratto?”, ha affermato la segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite di ‘In altre parole’ su La7.

“La presentazione dell’emendamento che riapre i termini della sanatoria del 2003 rappresenta un atto di giustizia atteso da migliaia di famiglie campane costrette a realizzare case per necessità abitativa, non per abusivismo selvaggio. Ringrazio i parlamentari campani di centrodestra che si sono battuti per correggere una stortura che, per oltre vent’anni, ha prodotto disparità evidenti tra i cittadini della Campania e quelli del resto del Paese”, si legge in una nota il candidato alla presidenza della Regione Campania, Edmondo Cirielli.

“La nostra Regione è stata l’unica a non applicare quella legge perché la giunta di centrosinistra dell’epoca scelse di non recepirla nei termini, lasciando fuori persone che avevano presentato la domanda autodenunciandosi e pagando le oblazioni regolarmente. Oggi quelle famiglie, che abbiamo sempre difeso, vivono sotto la minaccia costante di un abbattimento, non per un abuso, ma per un errore della Regione di centrosinistra. Lo stesso centrosinistra che vuole demolire le case di chi ha dovuto costruire per necessità e allo stesso tempo tutela chi le case le occupa con la forza abusivamente”, ha aggiunto Cirielli.

“L’emendamento inserito in manovra introduce strumenti più moderni per la riqualificazione urbanistica e ambientale, consente finalmente di definire con chiarezza la posizione degli immobili regolarizzabili, esclusi ovviamente quelli in zone rosse e quelli speculativi. Spetterà alle Regioni attuare la norma con il recepimento entro 60 giorni. Con me Presidente, la Campania sarà la prima a recepirla: non possiamo perdere altro tempo. Dobbiamo chiudere una pagina di ingiustizia e restituire certezza a migliaia di famiglie che chiedono solo ciò che nel resto d’Italia è già realtà”.

Inoltre nella manovra delle modifiche a saldi invariati (esclusa la dote parlamentare da 100 milioni) per le coperture delle misure si attinge un po’ da tutti i fondi disponibili o dalle poste inutilizzate. E’ il caso della detrazione al 36% per la manutenzione e ristrutturazione delle tombe con “almeno due feretri o di almeno otto urne cinerarie”: costa circa 40 milioni per gli anni dal 2026 al 2035 da finanziare, si legge, con corrispondente riduzione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, chiamati generalmente ridurre gli squilibri territoriali.

Intanto è bufera sull’emendamento che obbliga a comunicare le adesioni agli scioperi dei trasporti con una settimana di anticipo. Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti chiedono “il ritiro immediato” e si dicono pronti a mettere “in campo tutte le iniziative necessarie a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti”. In una nota i sindacati esprimono “ferma contrarietà all’emendamento proposto in manovra da Fratelli d’Italia che impone ai lavoratori di comunicare con sette giorni di anticipo, in forma scritta e irrevocabile, la propria adesione a uno sciopero”. Una misura, denunciano, “che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali”.

“Esprimiamo ferma contrarietà all’emendamento proposto in manovra da Fratelli d’Italia”, “una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali”, affermano i sindacati.


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