Lazio

Il Tar del lazio annulla lo stop della Regione a eolico e fotovoltaico

Un colpo secco. La Regione Lazio, che aveva provato a mettere il freno sulla corsa delle energie rinnovabili, ha subito una sconfitta clamorosa: il Tar ha annullato la delibera della Giunta regionale che bloccava la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici e eolici nella provincia di Viterbo.

Una vittoria che riecheggia come un segnale per il futuro dell’energia verde e per tutte le aziende che puntano a costruire un domani più sostenibile.

La sentenza n. 06969/2025, emessa l’8 aprile, ha rovesciato un piano che sembrava inespugnabile, un piano che minacciava di paralizzare qualsiasi progetto di energia rinnovabile in un’area chiave come quella viterbese, da sempre cuore pulsante del fotovoltaico e dell’eolico nel Lazio.

La Giunta della Regione Lazio, con la delibera 171/2023, aveva cercato di fermare sul nascere i nuovi impianti, stabilendo un limite rigoroso al numero di autorizzazioni per non sovraccaricare il territorio, già colmo di impianti. Un “blocco” che non ha fatto i conti con la legge.

L’azienda che ha preso la parola per cambiare le carte in tavola è la BD Solar Acquapendente, che aveva presentato un progetto agrivoltaico ambizioso. Ma la Regione non ha avuto dubbi nel respingerlo, applicando la delibera del maggio 2023 che sembrava tagliare corto con qualsiasi idea di espansione.

Il progetto? Un impianto da 8.369,48 kWp, da realizzarsi nel comune di Acquapendente, una delle zone più verdi e promettenti del Lazio. Ma la Regione aveva detto “no”, citando i limiti imposti dalla delibera.

Era il preludio di una battaglia legale che ha avuto il suo epilogo in tribunale, e ora, con la pronuncia del Tar, è chiaro chi abbia vinto.

Il Tribunale amministrativo ha smontato pezzo per pezzo la delibera regionale, definendo la moratoria imposta dalla Regione come un divieto “aprioristico”, una vera e propria chiusura a qualsiasi progetto, senza nemmeno la possibilità di valutarlo singolarmente.

I giudici, con parole forti e precise, hanno sottolineato come le Regioni non possano stabilire zone vietate dove ogni nuovo impianto debba essere automaticamente respinto, senza nemmeno un’analisi del singolo progetto.

Il Tar ha infatti dichiarato che ogni richiesta deve essere valutata caso per caso, e che l’introduzione di limiti così drastici è in contrasto con le linee guida nazionali e con il Decreto Legislativo 199/2021, che regola lo sviluppo delle energie rinnovabili.

La Regione, insomma, non può imporre un “divieto preliminare” alla realizzazione di impianti, ma deve seguire un iter che consenta l’esame e l’autorizzazione di ciascun progetto, in modo equo e conforme alla legge.

Una sconfitta per la Regione, ma una vittoria netta per l’ambiente e per le energie rinnovabili, che ora vedono spalancarsi una porta per nuovi sviluppi. La sentenza rappresenta un colpo alla politica che cerca di fermare un processo che, più che mai, appare inevitabile.

E la Bd Solar Acquapendente ha trionfato, riuscendo a far emergere un principio fondamentale: non si può fermare il futuro con la burocrazia.

Ma la partita non è finita. Il Tar ha annullato sia la delibera che il provvedimento che dichiarava irricevibile il progetto della società, ma ha anche stabilito che le spese legali fossero integralmente compensate tra le parti, riconoscendo le ragioni eccezionali che hanno portato alla sentenza.

Questo pronunciamento potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase, in cui le politiche regionali dovranno essere ripensate, con il dovere di rispettare le normative nazionali e internazionali e, soprattutto, di non bloccare il progresso necessario per un futuro più verde e sostenibile.

La Regione Lazio, dunque, si trova ora con le spalle al muro, costretta a rivedere la propria posizione e a trovare soluzioni più equilibrate.

Intanto, le energie rinnovabili tirano un sospiro di sollievo, e il settore ha vinto una battaglia che potrebbe aprire la strada a un domani finalmente più luminoso.

Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.

Scrivi un commento


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »