Marche

il sindaco denuncerà i 144 autori dei post

ASCOLI A distanza di una settimana, il 25 aprile è ancora al centro dell’attenzione. Stavolta con dialettica e forti contrapposizioni in consiglio comunale legate agli episodi dei giorni scorsi che, a livello mediatico, hanno tenuto banco. Uno scenario, dunque, che ieri è tornato di attualità nella sala della Ragione.

La reazione

Il confronto, inevitabilmente, ha riportato al centro dell’attenzione attriti e scontri verbali e ha visto il sindaco Marco Fioravanti annunciare una denuncia contro «144 persone che, commentando sui social, hanno scritto di volermi ammazzare appiccandomi a testa in giù come a piazzale Loreto. Questo perché sono stati legittimati da chi strumentalmente mi ha dipinto come un sindaco fascista. Ma io sono una persona democratica. Non ho paura delle intimidazioni. Sono stato infangato, così come la città, che difenderò con tutte le mie forze, perché si è alimentato l’odio». Condanna da parte di tutti è arrivata, inoltre, sugli striscioni ritenuti «vergognosi» contro la titolare del forno che aveva esposto lo striscione finito all’attenzione dei media.

Le interrogazioni

Clima a tratti “avvelenato”, dunque, durante la seduta consiliare, in particolare quando si è arrivati a discutere di due interrogazioni urgenti. La prima in ordine di discussione, quella presentata dall’opposizione e illustrata dal consigliere Francesco Ameli, sull’episodio relativo all’ormai noto “lenzuolo” sul tema del “25 aprile buono come il pane e bello come l’antifascismo”, esposto dalla titolare del forno, Lorenza Roiati, in piazza Arringo. Ameli ha chiesto di «chiarire cosa sia accaduto il 25 aprile portandoci alla ribalta nazionale, riguardo identificazioni e modalità operative e anche per capire se il sindaco intenda esprimere solidarietà all’imprenditrice di piazza Arringo». La seconda, della maggioranza, illustrata dalla consigliera Emanuela Marozzi, riguardava lo striscione indirizzato al sindaco, durante la cerimonia sul colle San Marco, con la scritta “Fioravanti cosa sei salito a fare, tu la resistenza non puoi onorare”. Il primo cittadino, rispondendo ad Ameli, ha sottolineato che «odio e attacchi mi hanno provocato sofferenza, ma questa sofferenza è un momento di crescita per me e anche per la città. Denuncerò le 144 persone per il loro odio social alimentato cavalcando un’onda». Poi, rispondendo all’interrogazione di Marozzi, ha sottolineato; «Sono il sindaco di tutti. Il messaggio intimidatorio era, dunque, per limitare un’istituzione». Ha poi ricordato la sua condivisione di proposte dell’opposizione per apporre cartelli in città ricordando la medaglia d’oro per attività partigiane e, su interrogazione illustrata dal consigliere Andrea Dominici, per creare con la Provincia e l’Istituto preposto un Museo della storia della resistenza in città.

I controlli

Chiamata in causa per rispondere ad alcune parti dell’interrogazione presentata dal consigliere Ameli per conto dell’opposizione, la comandante della polizia locale, Patrizia Celani, ha spiegato che «il 25 aprile, così come in altre giornate di rilievo, i servizi erano rafforzati con una postazione fissa e una volante con agenti in borghese, come previsto dal regolamento del Corpo e dalle normative regionali in materia». Ha poi aggiunto che, a seguito di una segnalazione ricevuta direttamente, riguardo un’affissione abusiva, ha avvisato «il personale disponibile che è intervenuto esibendo come d’obbligo il tesserino e qualificandosi, chiedendo poi alla titolare del forno, come obbligatorio in questi casi, di declinare le generalità chiedendo se si assumesse la paternità dell’affissione. Anche per capire se fosse stato affisso da ignoti».




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