Salute

Il sindacato contro “l’autocratico” Infantino: esplode la guerra sul futuro del calcio. “I giocatori hanno paura a parlare”

C’è una forte contrapposizione all’interno del mondo del calcio: è lo scontro che sta opponendo il sindacato mondiale dei giocatori, uomini e donne, contro il presidente della Fifa, Gianni Infantino. L’oggetto della contesa è il carico eccessivo di partite, questione emersa in occasione del mondiale per club americano. I giocatori hanno espresso preoccupazione alla Fifpro per la mancanza di riposo, causata dall’incremento del numero delle partite, ma nonostante tutto, non sono stati invitati all’ultimo vertice organizzato dalla Fifa, a New York, ai primi di luglio. Il livello della lotta sta lievitando: il sindacato, Fifpro (66 mila iscritti), definisce Infantino “autocratico”.

Secondo Alex Phillips, segretario generale della Fifpro, i calciatori hanno paura ad esporsi: “Prima del Mondiale per club, ho parlato con alcuni dei migliori giocatori e mi hanno raccontato che non si riposavano da diverso tempo. Uno di loro mi ha confessato di riposarsi solo negli stop forzati per infortunio. Altri mi sono sembrati rassegnati e timorosi nell’esprimere le loro idee. Poi, due settimane dopo, ho visto alcuni degli stessi giocatori costretti a registrare video sui social media, in cui elogiavano la Coppa del Mondo per club perché in qualche modo costretti dai loro datori di lavoro”.

Dopo il summit del sindacato che si è svolto ad Amsterdam il 25 luglio, al quale hanno partecipato 58 associazioni di categoria di diversi paesi, con l’esclusione di Spagna, Svizzera, Messico e Kirghizistan in quanto unici ammessi al vertice della Fifa di New York, la Fifpro ha alzato la voce: “La Fifa continua a ignorare e a mettere a tacere sistematicamente i veri problemi che i giocatori affrontano in diverse parti del mondo. È inaccettabile che un’organizzazione che si vanta di essere leader mondiale chiuda un occhio sui bisogni fondamentali dei calciatori. Un chiaro esempio di questa disconnessione è stato il Mondiale per club, celebrato dal presidente Infantino, nonostante si sia svolto in condizioni estreme e inappropriate, dimostrando una preoccupante insensibilità ai diritti umani, anche quando riguarda atleti d’élite”.

La Fifa replica sostenendo che “l’incontro di New York si è tenuto al termine di un lungo periodo di tentativi infruttuosi di portare la Fifpro al tavolo delle trattative. Nel corso dei lavori, la Fifa ha affrontato questioni chiave riguardanti la salute dei giocatori, in particolare quelle relative al calendario delle partite”.

Infantino, 55 anni, avvocato italiano di cittadinanza svizzera, presidente Fifa dal 2016, entrato in Uefa nel 2000 per poi diventare segretario della confederazione europea nel 2009, dopo i primi passi nel segno di un programma di rinnovamento dopo gli scandali dell’era-Blatter, ha ispirato una serie di novità che hanno sconvolto il mondo del calcio: il mondiale a 48 squadre a partire dall’edizione 2026 (Usa-Canada-Messico), l’introduzione del Var, il mondiale per club, l’apertura strategica di una sede Fifa a Dubai. Un punto sicuramente a favore del suo mandato è l’ascesa del settore femminile, nel segno della protezione dei diritti sociali delle calciatrici.

Dopo nove anni di regno e con l’ultima rielezione che lo manterrà al vertice del football mondiale fino al 2027, Infantino si muove con disinvoltura nelle stanze dei potenti del mondo, aiutato anche dalla conoscenza di sei lingue (tedesco, inglese, francese, italiano, spagnolo e arabo). Infantino parla con Trump e Putin, con Macron e i reali arabi. Dopo un approccio nel segno della distensione e del reclutamento dei grandi ex giocatori, la sua politica è diventata “verticistica” e sempre più decisionista, poco flessibile al dialogo. Per dialogare a tu per tu con i signori del pianeta bisogna essere, in fondo, come loro: autoritari e, spesso, autocratici.

L’articolo Il sindacato contro “l’autocratico” Infantino: esplode la guerra sul futuro del calcio. “I giocatori hanno paura a parlare” proviene da Il Fatto Quotidiano.


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