il ruolo della Città della Disfida
La Prima Guerra mondiale (1915-1918) costituisce un evento che ha cambiato la storia dell’Europa e che ha segnato indelebilmente anche il destino del nostro territorio. Ricorrendo i 110 anni dell’inizio di quell’epocale avvenimento, ritengo utile e doveroso ripercorrere quelle tristissime giornate.
Nella comunità barlettana è molto forte e diffuso il radicamento della memoria di eventi drammatici connessi a quella guerra: il coinvolgimento pressoché totale della popolazione, le trasformazioni prodotte sul territorio in previsione del conflitto e nel corso del suo svolgimento, i radicali sviluppi politici ed istituzionali conseguenti.
Riconosciuto da tutti, la Città della Disfida ha rivestito un ruolo primario ed a volte da vero e proprio Protagonista. Scaturiva spontanea la necessità, quindi, che tutto venisse narrato, pubblicato e nel tempo passato al grande Giudizio della Storia.
Vivendo nell’epoca della comunicazione, ho compiuto la scelta di riportare i fatti come se si stesse assistendo alla proiezione di un interminabile film. Proprio come succede nei lungometraggi, in un crescendo, vi appariranno sull’immaginario schermo panoramico, la figure maggiori, le scene salienti della Storia d’Italia e di conseguenza di Barletta.
Come in un virtuale trailer assisteremo allo sventolare della gloriosa bandiera del 9° Reggimento Volontari partire da Barletta, stretta nelle mani del Patriota Raffaele Lacerenza, durante gli anni dei moti risorgimentali al comando di un gruppo di volontari che si unì ai mille di Garibaldi sbarcati in Sicilia, inquadrati in battaglione che assunse il nome del patriota su espressa richiesta degli stessi volontari. Essi furono inquadrati nella prima compagnia, comandata da Nino Bixio e si distinsero in combattimento per eroicità e coraggio. Successivamente, per l’amicizia e la fattiva collaborazione fornita dal Lacerenza alle imprese di Garibaldi nei due mondi e per esplicita e diretta sua intermediazione, Barletta fu prescelta come sede di reclutamento di uomini per la Terza guerra di indipendenza italiana del 1866. In occasione della costituzione della Brigata incorporata nel Regio esercito, Menotti Garibaldi, Colonnello del Corpo Volontari Italiani e comandante del 9° Reggimento Volontari, giunse alla stazione ferroviaria, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini, per consegnare la gloriosa bandiera dei Volontari.
Seguendo un immaginario fil rouge ritroviamo la bandiera sui torrioni del Castello allo scoccare della fatidica data del 24 maggio 1915, quando il Castello di Barletta fu bombardato dall’esploratore asburgico Helgoland dall’imboccatura del porto e che solo l’eroico intervento del cacciatorpediniere Turbine scongiurò che il bombardamento fosse diretto sulla Cattedrale.
Si proseguirà, colonna sonora le note del “Piave mormorò”, con il fulgido eroismo del diciannovenne sergente dei bersaglieri Giuseppe Carli il quale, dopo appena venti giorni dall’entrata in guerra dell’Italia, il 1 giugno del 1915 sul finire del giorno cadde, incitando i suoi ad avanzare, sul Monte Mrzli e per questo atto di estremo amor patrio, sarà il primo sodato italiano a meritare la Medaglia d’Oro.
Il film neo-realista continuerà con le storie di tanti altri Figli di Barletta che versarono il loro sangue, meritandosi di essere ricordati e scritti a lettere d’oro nell’albo dei patrioti e da parte nostra, altro non si poteva offrire se non far conoscere l’interminabile elenco di Caduti e decorati della Grande Guerra, i nomi e lo stato di servizio, i luoghi dove caddero, le campagne effettuate ed infine le meritatissime ricompense ricevute.
In conclusione, quello riportato non è fredda cronaca di nomi e luoghi ma uno splendente esempio di “ragazzi” i quali risposero “Presente”, come impresso sui gradoni del Sacrario di Redipuglia, per l’onore di Barletta e per servire l’Italia.
Il film neo-realista si conclude con le storie di tanti altri Figli di Barletta che versarono il loro sangue, meritandosi di essere ricordati e scritti a lettere d’oro nell’albo dei patrioti con l’iniziativa di comuni cittadini che 96 anni fa, pensarono di erigere un degno monumento che ricordasse ai posteri il nobile sacrificio silenzioso dei tanti nostri morti delle guerre e per salvare la memoria della tragicità di quegli eventi.
Centinaia di barlettani: questo il tributo enorme che una Città gloriosa ha offerto sull’empio altare del dio della guerra. Tante vite spezzate, tante famiglie distrutte o mai nate per difendere i confini dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Se la nostra nazione esiste è anche perché tantissimi uomini sono morti su tanti fronti. Uomini con ideali diversi, con storie diverse, con motivazioni diverse ma con in comune un destino tragico e glorioso: la loro morte in guerra per preservare la propria Patria ed assicurare ai figli un futuro di pace.
I Barlettani di tutto il mondo produssero uno sforzo comune per ricordare i tanti fratelli morti chissà come e in quale posto sconosciuto. La nostra comunità cittadina non ha voluto perdere il ricordo di un ramo reciso della sua famiglia anzi, ha voluto serbare il diritto e la dignità di commuoversi ricordando il nome di un familiare che ha donato la propria vita per la Patria.
Purtroppo dopo una manciata di anni quel monumento, sorto per ricordare valorosi Barlettani, fu profanato ed offeso privandolo delle figure di bronzo che lo componevano. Un ricordo, quindi, che vuole essere un omaggio a tutti coloro che hanno combattuto per la libertà senza limitare il tutto ad una semplice commemorazione delle vittime, al contrario desidera essere un ricordo dei sacrifici e delle sofferenze dell’intera Popolazione di Barletta indipendentemente se si trovasse al fronte o nella propria Città.
Michele GRIMALDI , Storico e Archivista
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