Il ritorno degli Euromissili: perché la mossa di Putin cambia tutto
In una mossa attesa da tempo, la Russia ieri sera ha comunicato che non rispetterà più le clausole del Trattato Inf (Intermediate Nuclear Forces), sulle forze nucleari intermedie, che era già stato abbandonato dagli Stati Uniti nel 2019, durante il primo mandato del presidente Donald Trump.
Il trattato, siglato tra Usa e Unione Sovietica nel 1987, proibiva alle due superpotenze non solo lo schieramento in Europa (compresa la Russia a occidente degli Urali), ma anche la costruzione e il possesso di missili balistici e da crociera basati a terra con una gittata compresa tra i 500 e i 5500 chilometri. Il trattato è stato uno dei più importanti per la stabilità europea, ma Washington già sotto la presidenza Obama aveva denunciato la Russia di averlo infranto con la costruzione del vettore da crociera 9M729 (SSC-8) lanciabile dal sistema “Iskander-K”, accreditato di una gittata di 2500 chilometri.
La mossa di Trump nel 2019 ha avuto il pretesto della violazione russa, ma è stata effettuata per slegarsi da un trattato diventato obsoleto dato il nuovo quadro strategico globale, in cui la Repubblica Popolare Cinese è diventata una potenza missilistica che ha anche numerosi vettori a raggio medio e intermedio, pertanto gli Stati Uniti hanno preferito denunciare l’accordo ereditato dalla Guerra Fredda per poter colmare il divario con Pechino per quanto riguarda questo tipo di vettori.
A tutti gli effetti, quindi, l’Inf era già un trattato defunto da tempo, data la costruzione e lo schieramento in Europa dei missili 9M729, e successivamente con la costruzione e l’impiego nel conflitto ucraino del missile balistico a raggio intermedio “Oreshnik”, derivato dal vettore intercontinentale RS-26 “Rubezh”.
Dal punto di vista industriale, pertanto, la decisione di Mosca non cambierà assolutamente nulla in quanto la Russia da tempo sta costruendo vettori balistici e da crociera basati a terra con una gittata che era proibita dal trattato Inf, e probabilmente ne sta già costruendo di nuovi che ancora non conosciamo. Dal punto di vista militare, invece, aver deciso di denunciare l’accordo significa avere la possibilità di istituire reparti a sé stanti utilizzanti quei tipi di vettori e poterli schierare apertamente a Kaliningrad, exclave russa sul Baltico, e nel distretto militare occidentale che è quello più prossimo all’Europa. Si avrebbe quindi un ritorno alla situazione esistente al tempo dell’Unione Sovietica con un organigramma delle forze terrestri simile.
Ovviamente, gli Stati Uniti stanno già pensando da tempo di schierare i propri vettori da crociera a raggio medio in Europa e la Germania stessa, di recente, ha richiesto ufficialmente agli Usa di poter acquistarli per dotarsi di capacità di colpire in profondità. Stiamo parlando del sistema “Typhon” capace di lanciare i ben noti missili da crociera Tomahawk da un veicolo terrestre. Proprio per questo motivo, la Russia ha deciso di rendere pubblicamente nota una decisione che, a tutti gli effetti, era stata presa in via non ufficiale già anni fa, dando così un importante segnale politico all’Europa e agli Usa.
Restando sul punto di vista politico, possiamo affermare che la decisione del Cremlino rende ufficiale il ritorno del Vecchio Continente a una situazione di instabilità che si era determinata negli anni della Guerra Fredda con la proliferazione missilistica e nucleare da ambo le parti, e guarda caso proprio con gli stessi attori collaterali (la Germania), in primo piano.
Un’instabilità che oggi è già presente per via del conflitto ucraino e dello scontro politico tra Nato e Russia, ma che è destinata ad aggravarsi proprio perché, quasi sicuramente, Mosca dispiegherà i sui vettori di raggio intermedio nella sua parte più occidentale mettendo nel mirino tutte le principali capitali europee, esattamente come succedeva nei primi anni ’80 coi missili balistici SS-20 “Saber”, che prima di essere ritirati grazie al trattato Inf, lasciavano solo pochissimi minuti di tempo di reazione alla Nato in caso di lancio.
Possiamo quindi affermare che, grazie agli eventi degli ultimi anni e grazie all’annuncio di ieri del Cremlino, siamo tornati nell’era degli “Euromissili”.
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