Lazio

Il Ponte di Ferro è tornato. La ciclabile? ancora no

Il 20 marzo avrebbe dovuto essere una giornata di festa. Con una cerimonia ufficiale, tra strette di mano e discorsi solenni, il nuovo Ponte di Ferro veniva finalmente inaugurato.

Un’infrastruttura attesa, ricostruita da ANAS con fondi del PNRR, destinata a restituire un collegamento essenziale sulla viabilità romana. Ma mentre le istituzioni nazionali e capitoline celebravano l’evento, a pochi passi da loro, i ciclisti erano tutt’altro che entusiasti.

Una riapertura a metà

“La ciclabile è chiusa”. È stato questo il grido di protesta che ha accompagnato la cerimonia. Gli attivisti di Salvaiciclisti, insieme a quelli di BiciRoma, hanno voluto far sentire la loro voce.

Per mesi, durante i lavori, il percorso ciclabile sottostante il ponte era stato interdetto al passaggio. Ci si sarebbe aspettati che, con la riapertura del ponte, anche la pista tornasse accessibile. E invece, nulla.

Non solo la ciclabile resta bloccata, ma l’amministrazione non ha previsto né un percorso alternativo né una segnaletica adeguata. “Nessuna indicazione, nessuna soluzione” lamentano i ciclisti, costretti a fare i conti con un’interruzione improvvisa e senza spiegazioni.

Un taglio netto alla mobilità sostenibile

BiciRoma denuncia un problema ancora più grande: la chiusura della ciclabile del Tevere spezza in due la dorsale che attraversa la città da nord a sud, rendendo difficili gli spostamenti per chi ha scelto la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano.

E la causa? Le arcate del ponte, ancora in fase di riqualificazione, lasciate in sosta proprio sulla pista ciclabile. “Perché non posizionarle sulla riva opposta, praticamente una strada chiusa e poco utilizzata?” si chiede il presidente di BiciRoma, Fausto Bonafaccia. Una domanda che resta, per ora, senza risposta.

Mentre il nuovo Ponte di Ferro si offre agli automobilisti e ai pedoni, i ciclisti restano in attesa. Forse basterebbe poco: un’informazione chiara, una deviazione segnalata, un minimo di attenzione in più. Fino ad allora, la ciclabile del Tevere resta un cantiere dimenticato.


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