Emilia Romagna

il podcast bolognese premiato al POD racconta l’eredità dei ricordi


Cosa succede ai nostri dati digitali quando moriamo? E cosa significa oggi lasciare un’eredità? A queste domande risponde il podcast “Digital Requiem”, realizzato da Francesco Perlini e Nicola Vasini, due autori bolognesi che hanno firmato un documentario audio potente e delicato sulla morte nell’era digitale.

 Il progetto ha convinto la giuria dell’Italian Podcast Award a Piacenza che ha assegnato ai giovani autori bolognesi il secondo posto per le categorie “miglior documentario” e “migliore sceneggiatura originale”.

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Il podcast, prodotto in maniera indipendente, racconta una storia vera: quella di Leonardo Fabretti, un padre torinese che nel 2015 ha perso prematuramente il figlio adottivo, Dama, morto a soli 12 anni a causa di un raro tumore.

Dopo la sua scomparsa, l’uomo ha scoperto di non poter più accedere ai ricordi digitali del figlio conservati su un iPhone bloccato da un codice. Nonostante le numerose richieste alla Apple e le email inviate a Tim Cook in persona e le numerose richieste d’aiuto di esperti informatici, per il protagonista non è stato possibile recuperare la memoria digitale del figlio. Un’esperienza profondamente dolorosa che ha reso impossibile persino il lutto, reso ancora più amaro dall’inaccessibilità ai messaggi, foto e video lasciati dal bambino.

Il documentario, articolato in quattro puntate per un totale di 2 ore e 20 minuti, affronta con rigore e sensibilità un tema ancora poco esplorato: l’eredità digitale.

Il podcast parte dalla narrazione della vicenda di Fabretti, per poi allargarsi a una riflessione più ampia e universale: cosa accade ai nostri dati quando non ci siamo più? E come la legge, le piattaforme tecnologiche e la società stanno affrontando questo nuovo scenario?

Perlini, autore e voce narrante, e Vasini, responsabile dell’editing, della regia audio e delle musiche originali – un dettaglio raro nel panorama italiano – hanno intervistato esperti, giuristi, filosofi, informatici e giornalisti per dare un contesto tecnico, etico e umano alla narrazione. Tra le novità raccontate anche strumenti concreti, spesso poco conosciuti, che permettono oggi di designare un erede digitale e facilitare l’accesso ai dati dopo la morte.

“Volevamo che il podcast fosse prima di tutto utile. C’è voluta molta delicatezza per non scivolare nel sensazionalismo: abbiamo voluto rispettare il dolore, senza trasformarlo in spettacolo. E per fortuna questo ci è stato riconosciuto da tanti ascoltatori”, racconta Perlini, già autore di “L’Albertazzi”, dizionario illustrato di slang giovanile bolognese edito da Pendragon, lo ha scritto e raccontato con la sua voce.

Il podcast ha infatti ricevuto numerose lettere di ringraziamento, con testimonianze personali di chi si è trovato ad affrontare situazioni analoghe o ha scoperto nuovi strumenti per pianificare il futuro digitale.

L’interesse per la forma podcast non nasce per caso. “Ci siamo innamorati di questo mezzo perché permette un’immersione totale, solo con le orecchie – spiega Perlini –. È un linguaggio che ti accompagna mentre guidi, cammini, cucini. Ma proprio perché manca il supporto visivo, l’autore deve lavorare ancora di più per coinvolgere chi ascolta”.

Il lavoro di Perlini e Vasini è nato come un progetto totalmente indipendente, sviluppato fuori dalle grandi produzioni, e ha trovato nel Post una piattaforma disposta a scommettere su un contenuto originale: è infatti il primo podcast acquistato esternamente dalla testata, solitamente abituata a produrre internamente i propri contenuti audio.

Entrambi gli autori hanno frequentato in passato la scuola di scrittura Bottega Finzioni (Choramedia), realtà bolognese che ha formato numerosi narratori nel panorama italiano. Anche se la storia raccontata nel podcast non ha legami diretti con il territorio, lo sguardo dei due autori resta fortemente radicato in un’idea di narrazione che affonda le radici nella sensibilità per le storie vere e nella cura artigianale dei contenuti.

Disponibile sulle principali piattaforme e su Il Post, il podcast rappresenta una delle produzioni audio più interessanti degli ultimi mesi in Italia, per originalità, impatto emotivo e utilità concreta.

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