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Il patto di ferro per fermare il Dragone: la task force Usa che cambia gli equilibri nel Mar Cinese


Il patto di ferro per fermare il Dragone: la task force Usa che cambia gli equilibri nel Mar Cinese

Gli Stati Uniti hanno inviato nelle Filippine una task force per sostenere Manila nel bel mezzo delle crescenti tensioni con Pechino nel Mar Cinese Meridionale. La conferma ufficiale è arrivata direttamente dal segretario alla Difesa degli Usa, Lloyd Austin, che ha parlato della Task Force Ayungin, un’unità per operazioni speciali che prende il nome dal termine filippino usato per riferirsi al Second Thomas Shoal, un atollo dell’arcipelago delle Isole Spratly rivendicato dalla Cina. Pare che il gruppo, composto da circa 15 soldati statunitensi, sia di stanza sull’isola di Palawan. Sarebbe stato formalmente istituito a luglio, più o meno nello stesso periodo in cui era stato raggiunto un accordo tra Filippine e Cina per il rifornimento di una nave da guerra filippina vecchia di decenni, deliberatamente arenata da Manila proprio presso il Second Thomas Shoal (noto in Cina come Renai Jiao).

Cosa sappiamo della task force Usa

Oggi ho visitato il Command and Control Fusion Center di Palawan. Ho anche incontrato alcuni militari americani dispiegati nella US Task Force Ayungin e li ho ringraziati per il loro duro lavoro a favore del popolo americano e delle nostre alleanze e partnership in questa regione“, ha fatto sapere Austin nei giorni scorsi. L’alto funzionario Usa è rimasto nelle Filippine per alcuni giorni e ha ottenuto risultati degni di nota. Austin, per esempio, ha firmato un accordo che ha aperto la strada a una più rapida condivisione di informazioni e intelligence tra Manila e Washington, inaugurato il Centro di coordinamento combinato a Camp Aguinaldo, fatto visita al presidente Ferdinand Marcos Jr. e pure al comando militare unificato filippino in prima linea nella difesa del Mar delle Filippine occidentale.

Ma cos’è esattamente la Task Force Ayungin citata dallo stesso Austin e qual è la sua funzione nel Comando Occidentale? Le truppe statunitensi a Palawan sarebbero incaricate di fornire assistenza tecnica tramite il gruppo di condivisione delle informazioni all’interno del Command and Control Fusion Center nel Western Command. “Questo supporto migliora la nostra capacità di consapevolezza del dominio marittimo, un compito fondamentale che aiuta a pianificare e implementare programmi e attività per proteggere i nostri interessi nel Mar delle Filippine occidentali“, ha spiegato il capo dell’ufficio per gli affari pubblici delle forze armate filippine, il colonnello Xerxes Trinidad.

Il portavoce dell’ambasciata statunitense a Manila, Kanishka Gangopadhyay, ha aggiunto che la Task Force “migliora il coordinamento e l’interoperabilità dell’Alleanza Usa-Filippine consentendo alle forze statunitensi di supportare le attività delle Forze armate delle Filippine nel Mar Cinese Meridionale“.

Le tensioni tra Filippine e Cina

Sembra che la presenza nelle Filippine della US Task Force Ayungin sia stata decisa in seguito ad un attacco risalente allo scorso 17 giugno della Guardia costiera cinese ai soldati d’élite filippini, impegnati in una missione di rifornimento presso il Second Thomas Shoal. Da allora l’unità statunitense ha sede a Palawan e conduce regolarmente esercitazioni e addestramenti con le forze Wescom, principalmente in relazione alle missioni di rotazione e riapprovvigionamento nell’atollo conteso. Tuttavia, le truppe americane non partecipano e non si uniranno alle missioni delle forze armate filippine.

Tutto questo sta tuttavia infastidendo la Cina. Per Ding Duo, vicedirettore del Centro per il diritto e la politica degli oceani presso l’Istituto nazionale per gli studi sul Mar Cinese Meridionale di Hainan, gli Stati Uniti hanno “soffiato sul fuoco” e alimentato la lotta nelle acque contese della regione. Non solo: la presenza del gruppo a Palawan avrebbe incoraggiato le Filippine a lanciarsi in ulteriori provocazioni nell’attuale disputa con la Cina.

Nel frattempo, il Comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha fatto sapere che “da novembre” sono stati “rafforzati i pattugliamenti e la

sorveglianza” nelle aree circostanti e nello spazio aereo sopra le acque territoriali degli atolli contesi. L’obiettivo dichiarato è “difendere con fermezza la sovranità nazionale e la sicurezza“.


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