Società

Il patriarcato esiste e da oggi ha anche un Museo (grazie ad ActionAid)

Per entrare al Museo del Patriarcato (MUPA) a Roma bisogna fare un passo sopra uno zerbino gigante che invita, senza mezzi termini, a «calpestare il patriarcato». È una soglia che mette subito in chiaro il tono dell’esperienza: provocatorio ma soprattutto politico. E per noi che l’abbiamo visitato oggi: anche liberatorio per quanto nello stesso tempo sia drammatico. Da lì si entra in un ambiente che ha l’aspetto di un museo del futuro e il peso del presente, fatto di installazioni che raccontano quanto, ancora oggi, la nostra società sia intrisa di patriarcato. Dal lavoro alla gestione della casa, dalla televisione alle domande che vengono poste alle donne ai colloqui, fino alla stanza in cui scorrono davanti a noi ad uno ad uno i nomi delle vittime di femminicidio in Italia.

Il patriarcato esiste e da oggi ha anche un Museo

Il percorso del MUPA, inaugurato da ActionAid allo Spazio AlbumArte, è costruito come un viaggio nel tempo: si attraversano stanze che ricordano il passato recente, quello che viviamo ogni giorno, per poi affacciarsi su un ipotetico 2148, anno in cui, secondo le proiezioni internazionali, la parità di genere potrebbe finalmente essere raggiunta. È un’escursione dentro la memoria e dentro un futuro ancora distante: più le stanze mostrano la normalità del patriarcato, più quel 2148 appare lontano, quasi fantascientifico.


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