il Papa parla di internet e relazioni
“Quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona”. È il monito che Leone XIV ha rivolto al milione di giovani arrivati a Roma da tutto il mondo per vivere il proprio Giubileo. Prevost, al suo debutto con la cosiddetta “generazione Wojtyla”, il Papa che inventò le Giornate mondiali della gioventù, ha risposto a tre domande rivoltegli da altrettanti rappresentanti dei giovani di tutto il pianeta. Un dialogo avvenuto durante la veglia del Giubileo dei giovani nella spianata di Tor Vergata, lo stesso luogo che, esattamente venticinque anni fa, ospitò l’indimenticabile Gmg del Grande Giubileo del 2000 con due milioni di ragazzi riuniti attorno a san Giovanni Paolo II. Leone XIV è arrivato in elicottero e ha fatto un lungo giro sulla papamobile per salutare tutti i giovani che trascorreranno la notte a Tor Vergata in attesa della messa domenicale, sempre con il Papa, che concluderà l’evento principale dell’Anno Santo.
Prevost, primo Pontefice a usare lo smartphone e i social, ha sottolineato che “tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, internet e i media sono diventati una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza. Questi strumenti risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze. A proposito, Papa Francesco ricordava che talvolta i ‘meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo’. Allora le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili”.
Leone XIV ha spiegato che “le relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi, a cominciare dal fatto che tutti gli uomini e le donne del mondo nascono figli di qualcuno. La nostra vita inizia grazie a un legame ed è attraverso legami che noi cresciamo. In questo processo, la cultura svolge un ruolo fondamentale: è il codice col quale interpretiamo noi stessi e il mondo. Come un vocabolario, ogni cultura contiene sia parole nobili sia parole volgari, sia valori sia errori, che bisogna imparare a riconoscere. Cercando con passione la verità, noi non solo riceviamo una cultura, ma la trasformiamo attraverso scelte di vita. La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco”. E ha aggiunto: “Come scriveva il beato Pier Giorgio Frassati, ‘vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la verità non è vivere, ma vivacchiare’. Quando le nostre relazioni riflettono questo intenso legame con Gesù, diventano certamente sincere, generose e vere”.
Il Papa, inoltre, ha ricordato ai giovani che “a scegliere si impara attraverso le prove della vita, e prima di tutto ricordando che siamo stati scelti. Tale memoria va esplorata ed educata. Abbiamo ricevuto la vita gratis, senza sceglierla! All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti. Nel corso dell’esistenza, si dimostra davvero amico chi ci aiuta a riconoscere e rinnovare questa grazia nelle scelte che siamo chiamati a prendere”. Prevost ha voluto richiamarsi al suo predecessore polacco: “Venticinque anni fa, proprio qui dove ci troviamo, san Giovanni Paolo II disse: ‘È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è lui la bellezza che tanto vi attrae; è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare’”. Con un appello finale: “Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco”.
A ilfattoquotidiano.it il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e per trentanove anni segretario particolare di Wojtyla, ha affermato che “l’incontro tra san Giovanni Paolo II e la folla oceanica di giovani a Tor Vergata venticinque anni fa è stato il culmine di tutti gli appuntamenti del Papa polacco con i ragazzi non solo a Roma, ma anche in molti Paesi del mondo durante i suoi viaggi apostolici in tutti i cinque continenti. La veglia del Papa, il 19 agosto 2000, rimane ancora nella nostra memoria. San Giovanni Paolo Il invitava i giovani di tutto il mondo a essere “le sentinelle del mattino” all’alba del terzo millennio. Oggi i figli di quei giovani sono la generazione che sta vivendo il Giubileo della speranza e san Giovanni Paolo II sicuramente guarda dall’alto verso di loro e verso di noi e senza dubbio si rallegra”.
Il Giubileo dei giovani, purtroppo, è stato anche segnato dall’improvvisa scomparsa di una diciottenne, Pascale Rafic, arrivata a Roma dall’Egitto per partecipare a questo evento. Leone XIV ha voluto incontrare i suoi compagni di viaggio: “In questo dolore che sperimentate per la perdita della vostra amica, avete questa opportunità di stare insieme, di pregare, di rinnovare la nostra fede e chiedere a Dio sia il riposo eterno per la nostra sorella ma anche per la consolazione e il rafforzamento della nostra fede, perché sia rinnovata nella speranza, e come Chiesa, come fratelli e sorelle, ci siamo riuniti per questa ragione”.
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