Il Papa ancora in condizioni critiche: “Lieve insufficienza renale. Aiutato con l’ossigeno”
Papa Francesco è ancora in condizioni “critiche” e pur non avendo avuto “ulteriori crisi respiratorie” da sabato sera, il bollettino della sala stampa vaticana annota: “Alcuni esami sanguigni dimostrano una iniziale, lieve, insufficienza renale, allo stato sotto controllo”. È questa la principale novità contenuta nell’aggiornamento sullo stato di salute del pontefice, ricoverato al Policlinico Gemelli ormai da nove giorni a causa di una polmonite bilaterale causata da un’infezione polimicrobica che lo ha colpito provocando alcune crisi asmatiche e un peggioramento generale delle sue condizioni di salute.
“Ha effettuato le due unità di emazie (globuli rossi, ndr) concentrate con beneficio e con risalita del valore di emoglobina”, spiega la Santa Sede specificando che la piastrinopenia è rimasta “stabile”. E al quadro già difficile si è aggiunta la lieve insufficienza renale. Il Papa prosegue l’ossigenoterapia ad alti flussi attraverso le cannule nasali e “continua ad essere vigile e ben orientato”. La “complessità” del quadro clinico e l’attesa necessaria affinché le terapie farmacologiche possano dare qualche riscontro, specifica il Vaticano, “impongono che la prognosi resti riservata”.
Dopo aver affrontato una giornata molto difficile sabato a causa di una crisi respiratoria durata a lungo, quindi, i nuovi interventi dei medici hanno stabilizzato la carenza di piastrine e una risalita del valore dell’emoglobina. Tuttavia, l’insorgenza dell’insufficienza renale è l’aspetto maggiormente da monitorare nelle prossime ore in un situazione di “complessità”, come hanno specificato dalla Santa Sede. Durante la giornata, in ogni caso, Bergoglio ha partecipato alla messa nel suo appartamento al decimo piano del Gemelli “insieme a quanti in questi giorni di degenza si prendono cura di lui”.
I nefrologi definiscono l’inizio di un’insufficienza renale come “un evento quasi fisiologico in presenza di una infezione, di una anemizzazione e di una scarsa ossigenazione – spiega Luca De Nicola, presidente della Società italiana di Nefrologia – Il rene è un organo molto vascolarizzato e per questo ha bisogno di ossigeno per funzionare al meglio”. Le condizioni del pontefice – che ha 88 anni – sono state definite “critiche” dai medici dallo scorso venerdì. I sanitari avevano sottolineato che Bergoglio “non è fuori pericolo” e che il “pericolo più grave” al momento resta la “sepsi”, cioè il passaggio dell’infezione nel sangue e le sue conseguenze sul corpo.
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