Il Natale al ristorante? Ad Ancona un sold out assicurato. «E i prezzi sono pop perchè c’è crisi»
ANCONA «Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi» recita l’adagio. Ma non specifica dove, ed ecco che sempre più anconetani scelgono di trascorrere il pranzo del 25 dicembre in uno dei molti ristoranti aperti in città. Lo dimostrano i dati delle prenotazioni, che danno le sale dei locali piene tra l’80% e il sold out. «Abbiamo ricevuto le prime prenotazioni ad agosto e siamo praticamente al completo da tre mesi. Molti sono clienti fissi» racconta Simone Brandoni, della trattoria Da Nordio di via San Martino. Aggiunge: «Dal 2017 che lo facciamo, vediamo sempre più persone».
Le conferme
Simile il resoconto che fa Corrado Biò, trattoria La Moretta di piazza del Papa: «Natale non mi ha mai dato problemi, se avessi 1000 posti li riempirei tutti» fa sorridendo. Poi rendiconta: «Ho già riempito il ristorante da tempo». «Per il 25 dicembre siamo all’80% della capienza, abbiamo prenotazioni anche da Roma» ragguaglia Luigi Catalano del ristorante L’Ascensore, al Passetto. «Prenotazioni bene» è il feedback che arriva da Danilo Sancillo della Degosteria di via Pizzecolli. E conferma il trend anche Fabio Nobili, dell’Osteria Simonetti, in pieno centro: «Le prenotazioni stanno andando abbastanza bene, siamo quasi pieni».
I costi
Ora il tema più spinoso, quello dei prezzi.
Chi fa menù fissi, propone un conto a persona che varia tra i 40 ed i 60 euro. La maglia rosa del pasto di Natale più attento alle tasche va all’Ascensore del Passetto, dove i due menù (di carne e di pesce) si mettono in tavola con “soli” 40 euro a testa. «Un prezzo abbordabile perché la crisi si sente, e la gente è un po’ terrorizzata dai conti» spiega la scelta Catalano. Aggiunge: «Rispetto all’anno scorso non abbiamo ritoccato nulla, dopo il Covid i prezzi delle materie prime erano schizzati alle stelle ma ora si stanno stabilizzando. E la gente deve tornare ad avere fiducia». «Io i prezzi non li ho aumentati, ma credo che il prossimo anno dovrò farlo. Ahimé i menù dovranno aumentare perché aumenta tutto il resto» mette le mani avanti Bilò della Moretta, dove il pranzo di Natale costa 55 euro.
«La materia prima pesa, soprattutto il prezzo della carne» conferma Brandoni di Nordio, dove si pranza il 25 dicembre con 60 euro. «I prezzi sono quelli del 2024» assicura comunque Sancillo della Degosteria, con menù sempre a 60 euro. Nel caso di Osteria Simonetti, «è il primo anno che restiamo aperti a Natale» confessa Nobili. Il menù? Da 50 euro a testa. Perché questa scelta? «Vogliamo dare un servizio agli anconetani, permettendo loro di mangiare i nostri cappelletti fatti in casa anche il 25 dicembre» motiva il titolare.
Simili le ragioni che spingono Catalano dell’Ascensore: «Siamo sempre aperti, anche a Natale, a pranzo e a cena. Diamo un servizio alla città». Uno dei nodi, comunque, resta quello del personale, soprattutto i camerieri. «Io ho i miei collaboratori storici, ma è tosta: il cameriere non lo vuole fare nessuno» sottolinea Bilò della Moretta. «Il costo del personale è alle stelle, pesa per il 38%» rilancia Brandoni di Nordio. Voce fuori dal coro per Catalano: «È ovvio che non ci sono se pretendi doppi turni».
Il pasto
Infine, la cosa più importante: il cibo. La tradizione è sovrana e i cappelletti in brodo compaiono in praticamente tutti i menù, fatta eccezione per quelli di pesce (ovviamente). Tra i secondi, agnello e altri tipi di carne arrosto o bollita sono immancabili. Del resto, sono così buoni: perché cambiare?




