Il ministro Lollobrigida inaugura la seconda edizione del Vinitaly and the city“Non chiamatelo solo vino”: la difesa di una cultura millenaria | Attualità
Il ministro Lollobrigida inaugura la seconda edizione del Vinitaly and the city“Non chiamatelo solo vino”: la difesa di una cultura millenaria
domenica 20 luglio 2025 17:43
C’è un’espressione antica, dal suono potente e poetico: Calombrion, ovvero “terra che produce il bene”. È una delle etimologie attribuite alla Calabria, e il ministro Francesco Lollobrigida, in visita a Sibari per Vinitaly and the City, ha scelto proprio questa per raccontare – con affetto sincero e tono appassionato – la straordinaria identità della regione. “Io sono uno tenace – ha esordito – coriaceo come i calabresi. Ho un grande amore per questa terra e per il popolo che la abita. Qui c’è una squadra straordinaria, a partire dal presidente Occhiuto e dall’assessore Gallo, che lavora con capacità e visione per valorizzare il meglio che abbiamo”. Il vino, ha sottolineato il ministro “non è solo un prodotto: è cultura, storia, racconto del territorio”. E in Calabria, dove la viticoltura affonda le radici nella Magna Grecia, questo legame si fa più profondo che altrove. “I greci, quando arrivarono qui, erano il popolo più potente e colto del Mediterraneo – ha ricordato Lollobrigida – e definirono questa terra Magna Grecia. Rimasero stupiti. Qui tutto parlava di fertilità, di vigne, di vita. La chiamarono terra del vino, e questo è ancora oggi”. Un’identità da raccontare e promuovere, dentro e fuori i confini nazionali. “Il valore aggiunto – ha spiegato – non nasce solo da quanto è buono un prodotto, ma da quanto il mondo è disposto a riconoscerne il valore. Solo così si riesce a far arrivare il giusto reddito all’agricoltore, all’allevatore, al pescatore. È questa la vera sfida: far crescere il nostro agroalimentare attraverso la qualità e il racconto”. Il ministro ha voluto riconoscere i progressi compiuti proprio dalla Calabria. “È la prima regione d’Italia per estensione del biologico e una di quelle che negli ultimi anni ha saputo crescere di più in termini di valore aggiunto nel vino. Questo vuol dire aver saputo promuovere sé stessa, colmando un divario non certo di qualità, ma di comunicazione rispetto ad altre realtà più consolidate”. Nessuna contrapposizione tra vino e turismo, anzi: una sinergia strategica. “Oggi l’enogastronomia è, al pari dei monumenti o dell’ambiente, il primo attrattore turistico dell’Italia. Ecco perché eventi come Vinitaly and the City sono così intelligenti: uniscono due forze vitali del Paese. Qui c’è tutto per fare di un evento fieristico un’esperienza irripetibile: clima, storia, luoghi di straordinaria bellezza”. Poi, un richiamo al legame profondo che unisce i calabresi nel mondo alla loro terra d’origine. “Non esiste luogo al mondo dove non ci siano calabresi. Presenti nella politica, nelle istituzioni, nella cultura”. Infine, la nota più netta e politica: la difesa del vino dalle nuove derive regolatorie europee. “Siamo il Paese che produce più vino al mondo. Eppure, il valore aggiunto continua ad essere appannaggio dei francesi. Dobbiamo recuperarlo, sì, ma dobbiamo anche proteggerlo. Perché oggi il vino è sotto attacco. Lo si descrive quasi come un veleno, nonostante sia parte della nostra cultura millenaria”. Lollobrigida ha puntato il dito contro quei messaggi che “vengono da nazioni che non producono vino, o da soggetti economici che hanno interessi diversi. Il vino per noi è lavoro, cultura, identità. E noi lo difenderemo con coraggio, insieme alle Regioni, agli imprenditori e ai cittadini”. Il pubblico lo ascolta, lo applaude, poi sorride. Alla fine del suo intervento, il ministro chiude con un augurio semplice e diretto: “Buona festa. E ora – giustamente – andiamo a berne un po’”.
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