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Il ministro di Xi vola a Mosca. Nuovo asse Cina-Russia contro il Giappone

Un incontro diplomatico d’alto livello per rafforzare ulteriormente i rapporti e contrastare il Giappone, uno dei più importanti partner degli Stati Uniti nell’Asia-Pacifico. A Mosca è andato in scena un vis a vis tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il capo della sicurezza del Cremlino, Sergei Shoigu. Al termine del meeting, Pechino ha fatto sapere che Cina e Russia hanno raggiunto un “alto livello” di consenso strategico sulle questioni relative al dossier nipponico e che entrambi i Paesi si oppongono congiuntamente alla rinascita del “militarismo giapponese“. Una presa di posizione forte, chiara, netta che alimenta le già elevatissime tensioni che da settimane intercorrono tra il Dragone e il Giappone. Tra gli altri temi sollevati Shoigu ha detto a Wang che la Russia potrebbe raggiungere i suoi “obiettivi strategici” nella guerra in Ucraina, il tutto a poche ore dai negoziati tra gli emissari della Casa Bianca e Vladimir Putin.

Il nuovo asse Russia-Cina

Il Ministero degli Esteri cinese ha riferito che Wang e Shoigu hanno avuto scambi “completi e approfonditi” su questioni importanti riguardanti gli interessi strategici di sicurezza dei rispettivi Paesi e hanno concluso i colloqui con un rafforzamento della fiducia reciproca. “Le due parti hanno condotto un allineamento strategico sulle questioni relative al Giappone, raggiungendo un alto grado di consenso“, si legge nella dichiarazione in merito all’ultimo ciclo di colloqui avvenuto nell’ambito di un meccanismo di consultazione sulla sicurezza istituito due decenni fa. I due alti funzionari hanno “concordato di sostenere con fermezza gli esiti della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, di opporsi fermamente a qualsiasi tentativo di insabbiare l’aggressione coloniale e di contrastare con fermezza qualsiasi tentativo di far rivivere il fascismo o il militarismo giapponese“.

Secondo una dichiarazione di Mosca, Shoigu ha avvertito che “l’idra del militarismo sta di nuovo alzando la testa” ma che Mosca e Pechino hanno sufficiente esperienza nel sconfiggerlo. “Non permetteremo la rinascita di regimi criminali in Europa e a Tokyo“, ha aggiunto l’ex ministro della Difesa russo. Le forti parole dei due alti funzionari giungono in un momento delicatissimo, ovvero mentre Pechino aumenta la pressione diplomatica ed economica su Tokyo nel tentativo di costringere la premier nipponica Takaichi Sanae a ritrattare le sue dichiarazioni sullo Stretto di Taiwan. Nell’occhio del ciclone sono fine alcune recenti dichiarazioni della stessa Takaichi, secondo la quale un attacco a Taiwan potrebbe essere interpretato da Tokyo come una “situazione che minaccia la sopravvivenza” del Giappone, al punto da poter giustificare la mobilitazione delle forze armate giapponesi.

Il Giappone nel mirino

Anche le relazioni tra Russia e Giappone hanno toccato il fondo, in particolare da quando Tokyo ha aderito alle sanzioni occidentali contro Mosca in risposta all’inizio della guerra in Ucraina nel 2022.

Nel 2023, Mosca ha ribattezzato la commemorazione del 3 settembre, il giorno dopo la resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, da “Giorno della fine della Seconda Guerra Mondiale (1945)” a “Giorno della vittoria sul Giappone militarista e della fine della Seconda Guerra Mondiale (1945)”. Tokyo ha protestato contro la mossa definendola “estremamente deplorevole”. Al centro della discordia tra Giappone e Russia c’è una catena di isole vulcaniche nell’Oceano Pacifico nord-occidentale, occupate dalla Russia e chiamate Curili Meridionali (il Giappone le rivendica come Territori del Nord).

Takaichi ha tra l’altro dichiarato che si impegnerà per far riprendere le visite ai cimiteri delle isole contese da parte degli ex residenti giapponesi, sospese dall’offensiva russa dell’Ucraina, avvenuta circa quattro anni fa. Pochi giorni dopo il suo insediamento la premier ha dichiarato che il suo governo avrebbe cercato di risolvere la disputa territoriale e di concludere un trattato di pace con la Russia. Ma Mosca ha affermato che qualsiasi dialogo con Tokyo su un trattato di pace sarà possibile solo se il Giappone abbandonerà la sua posizione anti russa.

In tutto questo, il diplomatico cinese ha ribadito il suo appello a Mosca affinché collabori con Pechino per “frenare con fermezza gli atti provocatori delle forze di estrema destra giapponesi che minano la pace e la stabilità regionale e tentano di rimilitarizzare“.


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