Veneto

Il messaggio di Mattarella a PordenoneLegge: «La lettura è connessa con la libertà»


Si apre con il “bis” di Mattarella la 25ma edizione di Pordenonelegge e, seppure il saluto che ritorna non costituisca più una sorpresa, la “benedizione” del presidente della Repubblica, arrivata via messaggio, nel Teatro Verdi, alla cerimonia d’inaugurazione, sigilla il prestigio del festival: un regalo di quelli che contano per le nozze d’argento.

A dare voce alle parole del capo dello Stato, una rappresentante dei 200 “angeli” del festival, Lucia Giacomazzi. Mattarella parla di un risultato importante per una manifestazione “che, nel tempo, ha sottolineato la presenza nel panorama culturale italiano, crescendo in partecipazione e in rilievo.

Pordenonelegge è la Festa del libro e della libertà, ricordando già nella denominazione come la lettura sia fortemente connessa con la nostra libertà e come questa libertà sia tale solo se include quella degli altri”. E sottolinea come Pordenonelegge “rappresenti “un momento di dialogo fra saperi, conoscenze e generazioni diverse, in sintonia con lo spirito del Friuli Venezia Giulia, terra di incontro fra popoli e culture differenti”.

Il primo a prendere la parola dal vivo è Michelangelo Agrusti, che fin dal suo debutto alla presidenza della Fondazione Pordenonelegge ha voluto dare la sua impronta al festival.

Sua anche l’idea di aggiungere quest’anno, al sottotitolo, la parola “libertà”. Parla di libri come termometro della libertà e del potere “magico” del festival di tenere insieme migliaia di persone, ricorda come Pordenonelegge nacque “dentro il mondo delle imprese” perché “fuori dalle fabbriche non ci fosse il deserto”, ma crescesse una città che, non a caso, “oggi è quella in cui si leggono più libri in Italia”.

Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di commercio Pordenone-Udine, evidenzia la straordinarietà di “una città che ha assorbito Pordenonelegge”. E di una città che anche grazie a Pordenonelegge “è capace di sorprendere chi viene da fuori” parla il sindaco reggente Alberto Parigi, rivendicando il “modello Pordenone” che unisce l’attitudine alla cultura alla vocazione industriale.

Chiude il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. “Pordenonelegge – dice – è la comunità di Pordenone e la comunità di Pordenone è Pordenonelegge: è questo il suo enorme vantaggio competitivo, è la forza che fa la differenza rispetto ad altri festival letterari”.

Un applauso ai curatori del festival Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet, con Michela Zin alla direzione organizzativa, ed entra in scena l’ospite d’onore, il cardinale Gianfranco Ravasi.

In sala, nel segno di un’altra parola chiave della presidenza Agrusti, ”inclusione”, studenti italiani e praghesi, ospiti delle residenze cittadine per la terza età, una rappresentanza della comunità ghanese. E nei prossimi giorni il festival andrà anche oltre le sbarre del carcere di Pordenone, là dove il libro è forse l’unico strumento di libertà.


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