Il mercato dell’Alberone lascia le strade: spazio alla socialità
Un tempo le strade dell’Alberone erano animate dalle voci dei venditori, dai colori delle bancarelle e dall’andirivieni dei clienti. Ma presto, via Gino Capponi e via Valesio potrebbero cambiare volto.
Il trasferimento del mercato all’interno del centro commerciale Appio I è ormai una certezza. E con l’addio ai banchi sulla sede stradale, il quartiere si prepara a riscrivere il suo futuro.
Cosa fare, dunque, di quelle strade che saranno presto liberate? È una domanda che da tempo appassiona gli abitanti della zona. E finalmente, durante l’ultimo consiglio municipale, il tema è arrivato in aula.
Un quartiere che cambia volto
La trasformazione dell’ex deposito Stefer in un centro commerciale era nata proprio con un obiettivo preciso: ospitare al suo interno i banchi del mercato. Un’operazione che richiederà ancora un paio d’anni per essere completata, ma che promette di rivoluzionare la viabilità del quartiere.
Le strade che finora hanno ospitato il mercato saranno liberate. E questo apre la strada a una domanda cruciale: come riconvertire quegli spazi?
Durante l’ultimo consiglio municipale, il capogruppo di Italia Viva, Luca Di Egidio, ha presentato un atto in cui si propone di trasformare via Gino Capponi e via Valesio in una piazza di quartiere.
La proposta ha trovato il sostegno della maggioranza municipale e del Movimento 5 Stelle, spianando la strada a un progetto di riqualificazione atteso da anni.
“Finalmente il trasferimento dei banchi offre un’opportunità straordinaria per il quartiere”, ha spiegato Di Egidio. “Roma, rispetto ad altre città europee, deve fare un passo avanti nella trasformazione delle strade in spazi di socialità. L’Alberone, in questo senso, può diventare un modello da seguire”.
Il sogno della pedonalizzazione: un progetto nato dal basso
L’idea di trasformare le strade del mercato in uno spazio pedonale non è nuova. Già nel 2018, il laboratorio urbano SottoVuoti e il comitato di quartiere avevano avviato un percorso partecipativo, coinvolgendo i residenti.
Ai cittadini erano state proposte tre diverse opzioni di pedonalizzazione, ognuna con un diverso grado di intervento.
Quel dibattito aveva acceso aspettative e speranze, ma fino ad oggi non si era mai tradotto in un atto concreto.
Ora, però, l’approvazione dell’atto in Municipio rappresenta il primo passo verso la realizzazione di quel sogno.
L’obiettivo è quello di creare una vera e propria piazza di quartiere, con panchine, tavoli, spazi per giochi e attività all’aperto. Un luogo che favorisca la socialità e restituisca ai cittadini un senso di comunità.
Le lezioni del passato: il caso di via Flavio Stilicone
Non tutte le pedonalizzazioni, però, sono state un successo. Il precedente di via Flavio Stilicone, nel quartiere Don Bosco, è ancora fresco nella memoria dei romani.
Quella che doveva diventare una sorta di “salotto urbano” si è trasformata in un esperimento contestato, con critiche legate a degrado e sicurezza.
Proprio per evitare errori simili, il capogruppo di Italia Viva ha sottolineato la necessità di coinvolgere comitati, associazioni e residenti nel processo di progettazione.
“Il progetto dell’Alberone deve essere condiviso con i cittadini”, ha ribadito Di Egidio. La partecipazione sarà la chiave per evitare derive e malumori, e per fare in modo che la nuova piazza sia davvero uno spazio vissuto e apprezzato.
Un processo partecipativo per il futuro dell’Alberone
L’atto approvato dal Municipio prevede che il percorso partecipativo venga avviato entro la fine della consiliatura. Si tratterà di un confronto aperto tra cittadini, comitati e amministrazione, per fare in modo che la trasformazione di via Gino Capponi e via Valesio risponda alle esigenze reali del quartiere.
La palla ora passa al presidente del Municipio VII, Francesco Laddaga, che avrà il compito di mettere in pratica la proposta.
L’Alberone è dunque a un bivio: continuare a essere un semplice luogo di passaggio, o diventare uno spazio di socialità e comunità?
La risposta arriverà dal dialogo tra le istituzioni e i cittadini. Perché le strade, a Roma, non sono mai solo strade. Sono spazi di vita, di incontro, di identità.
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