il lato buio di Mariah Carey
Mariah Carey è stata la protagonista assoluta al Pride, che si è tenuto al parco di Brighton. La cinque volte vincitrice di un Grammy, che ha venduto oltre 220 milioni di album in tutto il mondo, si è esibita sabato sera 2 agosto, dopo che hanno aperto Loreen e Confidence Man. La cantante, così, ha mantenuto una promessa fatta ai fan e agli organizzatori del Pride nel 2020. Quell’anno avrebbe dovuto essere l’headliner, ma l’arrivo del Covid ha portato alla cancellazione dell’evento, lasciando molti “distrutti e affranti”.
L’artista si è raccontata a Harper’s Bazar Uk in occasione del lancio del nuovo singolo “Sugar Sweet”, secondo brano dopo “Type Dangerous”, che anticipa il prossimo disco di inediti “Here For It All”, in uscita il 26 settembre.
La Carey si è completamente messa a nudo nella biografia 2020 “The Meaning of Mariah Carey”, scritto a quattro mani con la giornalista Michaela Angela Davis. “Lavorarci insieme è stato impegnativo, ma anche terapeutico- ha affermato -.Siamo rimaste alzate fino a tardi a cercare di capire come avremmo raccontato la storia”. La cantante ha anche narrato e letto l’audiolibro per intero.
“Sapevo che avrebbe fatto riaffiorare brutti ricordi che non volevo rivivere. È stata dura addormentarsi ascoltandolo… Mi svegliavo e mi spaventavo un po’”, ha confessato. Mariah Carey è nata nel 1969 ed è cresciuta in un’abitazione modesta situata in un quartiere prevalentemente caucasico di Long Island. Sua madre, una cantante lirica di origini irlandesi-americane proveniente dall’Illinois, e suo padre, un ingegnere afroamericano originario di Harlem, si separarono quando lei aveva appena tre anni.
L’infanzia e l’adolescenza sono stati piuttosto complicati per la superstar del pop: bullizzata a scuola per la sua appartenenza a due etnie, il fratello spacciava cocaina, mentre la sorella le ha procurato ustioni di terzo grado per averle versato il tè bollente addosso.
A proposito della madre morta lo scorso anno e per un fatale destino nello stesso momento in cui è deceduta la sorella, l’artista ha affermato: “Non abbiamo sempre avuto il rapporto migliore del mondo. Ma certe cose che diceva o faceva mi hanno colpito da bambina. Una volta mi disse: ‘Non dire se ce la faccio, di’ quando ce la faccio’. Questo mi è rimasto impresso e non ho mai mollato”.
La Carey si è trasferita a New York, lavorando come cameriera per mantenersi e utilizzando i risparmi per le spese di registrazione in studio. Ha iniziato a lavorare stabilmente come corista fino alla svolta nel 1988, quando durante una festa ha consegnato il suo demo a Tommy Mottola, all’epoca presidente della Columbia Records e futuro Ceo di Sony Music. Mottola – di vent’anni più grande della cantante – l’ha presa sotto la suasa per poi sposarla e “tenerla praticamente isolata in una villa appositamente costruita a Bedford, New York”.
“A volte mi sento arrabbiata per quel periodo, ma credo di averci fatto pace – ha affermato – in ogni caso, ho giurato di smettere di parlarne L’umorismo è la mia liberazione, e chi mi conosce lo sa. Faccio piccole battute su quello che è successo perché altrimenti trasformerei ogni giorno in una storia strappalacrime. È un meccanismo di difesa, ma è nella mia natura ridere”.
Il rapporto con le critiche? “È bello quando la gente dice cose positive e ti dà una buona risposta. Poi se non gli piaci, devi essere in grado di respingere tutto questo, lasciar perdere, capisci? Perché, a questo punto della mia vita, dovrei davvero preoccuparmi di queste cose?”.
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