Ambiente

Il gusto della Cooperazione, guida ristoranti riscatto sociale – Libri

Arriva una guida per i ristoranti
cooperativi, un primo elenco di 109 insegne del gusto più vicino
al grande pubblico, ai prodotti del territorio proposti in
esercizi impegnati per il riscatto sociale e nell’inserimento
lavorativo di persone con disabilità. Si tratta de ‘Il gusto
della Cooperazione’, un volume edito dalla Pecora Nera (240
pagine, 14,90 euro), curato da Simone Cargiane e Fernanda
D’Arienzo, presentato da Fabiola Di Loreto, direttore generale
di Confcooperative, presso “La Trattoria degli Amici”,
ristorante gestito a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio. “Questo
è un ristorante che – ha precisato Di Loreto – nasce da una
cooperativa sociale che solo recentemente ha deciso di
iscriversi a Confcooperative. Sarà nella prossima edizione della
guida insieme ad altre realtà con storie di riscatto che parte
dalla cucina. Censiti in questa guida sono dei ristoranti di
alta qualità, con ingredienti generalmente di produzioni
italiane e cucine che valorizzano i prodotti del territorio, ma
soprattutto le persone. Sono 109 storie, da leggere come un
romanzo, di cooperative agricole che decidono di valorizzare i
prodotti dei loro soci ad esempio del settore della pesca. Dando
così l’opportunità ai pescatori di integrare il reddito da
lavoro della pesca con il reddito della ristorazione che
valorizza il pesce e anche i trasformati del pescatp. Sono in
gran parte cooperative sociali che nascono per fare un altro
tipo di servizio di assistenza alle persone, di cura nei
confronti delle persone e danno un’opportunità di lavoro a
tutti, disabili compresi”. Per Maurizio Gardini, presidente di
Confcooperative, “in questi ristoranti di deve entrare
utilizzando tutti i sensi, gusto, olfatto, vista, ma soprattutto
l’ascolto l’udito. Perché dietro a questi ristoranti ci sono
delle storie bellissime, delle storie di grandissima esperienza,
professionalità, e umanità. Non pensate – ha detto – di andare
in questi ristoranti facendo un’opera di bene perché sbagliate
assolutamente approccio. Andateci con gli amici e familiari per
mangiare bene e scoprirete bellissime storie di emancipazione,
integrazione e storie di socialità che danno al lavoro autentico
e ben retribuito”. L’editore si vanta del ruolo alternativo alla
Michelin: “Ci sono spesso troppe stelle che brillano e parlano
di una tipo di ristorazione che è lontana dalle persone. Noi
segnaliamo i ristoranti dove si va per gratificarsi con un un
buon pasto conviviale tra amici e familiari”.

   
La Trattoria degli Amici, nel cuore di Trastevere, ha
precisato Paola Scarcella della Comunità di Sant’Egidio, dà
lavoro stabile a 15 persone tra disabili e professionisti.

   
Insegna nata nel 1998 come Associazione Culturale, ebbe in dono
l’ambita licenza per la ristorazione che fu donata dall’allora
sindaco Walter Veltroni nella Giornata della Disabilità. Tra le
più recenti soddisfazioni la trasferta in Umbria per cucinare
nella brigata del G7 della Disabilità. E oggi, ha concluso, “è
qualcosa che lega l’impresa e quindi la capacità di produrre un
reddito, di produrre dei benefici sociali, di produrre
un’autonomia finanziaria per le persone con disabilità, ma nello
stesso tempo anche un bel lavoro, allegro, è un lavoro dove si
sta bene e con turni sostenibili”.

   

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