Politica

Il governo ungherese attacca Repubblica per l’intervista a Orbán, la risposta della direzione

Il governo ungherese critica l’intervista al primo ministro ungherese Viktor Orbán pubblicata ieri da Repubblica bollandola come “manipolazione politica” volta a “screditare l’Ungheria, una nazione che si batte costantemente per la pace, la stabilità e l’interesse nazionale”.

A scagliarsi contro il nostro quotidiano è Balazs Orbán, consigliere politico del premier ungherese. “Le fake news colpiscono ancora: l’obiettivo è chiaro, dividere e indebolire i leader che sostengono la pace”, scrive su X accusando Repubblica e altri media ungheresi di aver attribuito a Orbán “parole che non ha mai pronunciato, trasformando persino una propria domanda in una citazione falsa”. “Un esempio da manuale di come i media liberali distorcono i fatti per mettere i leader orientati alla pace gli uni contro gli altri e attaccare coloro che sostengono il dialogo, la sovranità e la stabilità” sottolinea il consigliere che pubblica il video con il contenuto dell’intervista taggando Repubblica (ma il tag rimanda a una testata peruviana, invece che alla testata italiana).

Per Budapest, Repubblica avrebbe “deliberatamente distorto” la risposta del premier alla domanda sulle sanzioni Usa al petrolio russo “suggerendo falsamente che Orbán avesse definito la decisione di Trump ‘un errore’ e avesse detto che avrebbe ‘cercato di far revocare le sanzioni'”. “Nulla di tutto ciò è mai stato detto. Il giornale – attacca il consigliere politico del premier ungherese – ha semplicemente spacciato la propria interpretazione per una citazione diretta”. “Questo non è giornalismo, è manipolazione politica. L’obiettivo non è informare, ma screditare l’Ungheria, una nazione che si batte costantemente per la pace, la stabilità e l’interesse nazionale” conclude il consigliere ricordando la visita di Orbán a Washington la prossima settimana, dove “rappresenterà il continuo impegno dell’Ungheria negli sforzi volti a porre fine alla guerra il prima possibile”.

La replica della direzione di Repubblica

Repubblica non prende lezioni di giornalismo dal consigliere politico di Orbán. A maggior ragione di fronte a immagini e dichiarazioni del leader ungherese che confermano quanto riportato sul sito per tutta la giornata di ieri e nell’edizione cartacea odierna del quotidiano.

Le reazioni politiche

Tra le reazioni politiche che esprimono la propria solidarietà a Repubblica, c’è quella della segreteria del Pd, Elly Schlein: “Grave l’attacco del governo ungherese a Repubblica, a cui esprimiamo piena solidarietà – afferma -. È inaccettabile ogni forma di ingerenza e di intimidazione nei confronti della libertà di stampa e dell’indipendenza dei media italiani. Mi aspetto che anche Giorgia Meloni e il governo italiano difenda il quotidiano e, soprattutto, questi valori fondamentali che dovrebbero essere pienamente rispettati e condivisi da tutte le forze politiche”.

Schlein prosegue: “Quello di Orban è un viaggio dai contorni ancora poco chiari e dalle implicazioni geopolitiche preoccupanti che sembrano voler spingere l’Italia verso una posizione di contrasto con l’Unione Europea, nel tentativo di assecondare gli interessi nazionalisti di Orbán e il suo legame economico ed energetico con la Russia di Putin. Speriamo che la presidente Meloni gli abbia detto quanto sia strategico per l’Italia proseguire con gli investimenti comuni europei, senza i quali saremmo in recessione, e quanto sia importante condividere le responsabilità sull’accoglienza di chi arriva in Italia. E che si chiarisca con il suo ministro degli Esteri che ha dichiarato cose diverse rispetto a quelle affermate da Orban, che lei invece non ha smentito”.

Gli esponenti del Movimento 5 stelle in vigilanza Rai affermano: “Dopo Report, ora anche Repubblica. È il secondo giorno di fila che da Budapest arrivano attacchi e bordate contro la stampa italiana. Il tutto proprio mentre Orban è a Roma e mentre da Palazzo Chigi non si alza nemmeno una voce di protesta. Quindi glielo chiediamo nuovamente: Giorgia Meloni sente o no il dovere di difendere la libertà di stampa e i giornalisti italiani? O il suo patriottismo si ferma ai confini ungheresi, quando a criticare la stampa libera è un suo amico e alleato politico?”.

Per Avs, Nicola Fratoianni commenta: “Conosciamo bene i comportamenti e le iniziative dei consiglieri del primo ministro ungherese: li abbiamo visti all’opera in tutti questi anni per contrastare la verità sulla vicenda che ha portato Ilaria Salis nelle terribili carceri di Orban. Sappiamo bene che per quel regime gli oppositori, i magistrati, gli intellettuali , i giornalisti sono scomodi.E anche l’episodio che coinvolge oggi il quotidiano La Repubblica ne è una conferma”.

Da Italia Viva interviene Maria Elena Boschi: “Le parole di Budapest contro un giornale italiano sono un grave segnale di intolleranza verso la libertà di stampa, uno dei pilastri fondamentali della democrazia europea. Esprimiamo piena solidarietà al quotidiano la Repubblica e ai suoi giornalisti”.




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