Il governo stanzia altri 4 milioni di euro per la crisi idrica
Il Governo stanzia quattro milioni per l’emergenza crisi idrica in Basilicata, dove gli invasi mostrano un grave deficit.
Basilicata con l’acqua alla gola per la crisi idrica: il governo interviene e stanzia altri quattro milioni di euro per l’emergenza. A seguito del grave deficit idrico in atto nel territorio lucano, servito dallo schema del Basento-Camastra, ieri pomeriggio il Consiglio dei Ministri ha deliberato, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, una ulteriore integrazione pari a 4 milioni e 50 mila euro. «La somma – ha spiegato il ministro Musumeci – sempre a valere sul Fondo per le emergenze nazionali, si aggiunge ai 2 milioni e mezzo già stanziati dal governo Meloni e si rende necessaria per il completamento degli interventi urgenti, volti al superamento della situazione emergenziale».
La situazione più allarmante negli invasi della Basilicata riguarda allo stato attuale Monte Cotugno: secondo gli ultimi dati dell’Autorità di Bacino il volume invasato netto è di 135 milioni e 200mila metri cubi d’acqua. Basti pensare che un anno fa i milioni di metri cubi d’acqua erano oltre 164 milioni. La differenza è di quasi 29 milioni e rappresenta il deficit più alto di tutti gli invasi lucani. Intanto sull’emergenza acqua è stata presentata una Proposta di legge dai gruppi consiliari di Pd e Bd.
CRISI IDRICA, LA PROPOSTA DI LEGGE AL GOVERNO SU ACQUE DEL SUD SPA: LA RIFLESSIONE DEL PD E BD
«L’emendamento presentato da Fratelli d’Italia al decreto legge ‘economico’ sul rinnovo al 2044 di provvedimenti concessori liberi – ha spiegato il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale – Piero Lacorazza – ripropone una riflessione urgente e quanto mai attuale sulla missione, sulla governance e sul piano industriale di Acque del Sud Spa, poiché l’asset risorsa idrica è fondamentale e strategico per il futuro del Paese, e in questo caso del Mezzogiorno». «Si pone il tema di un confronto sul piano industriale – sottolinea l’esponente del Pd – sulla base del quale non è ancora chiara la scelta per l’indizione della gara per il partner operativo che, attraverso un’asta pubblica, potrebbe acquistare il 30% delle azioni di Acque del Sud Spa. Riteniamo, nel quadro normativo comunitario e nazionale, che si renda necessaria una scelta: anche il partner operativo deve essere sottoposto al controllo pubblico».
«L’altro 70% delle azioni – prosegue Lacorazza – di fatto sono in mano pubblica, ma solo con un residuo del 5% alle Regioni, le quali sono fuori da ogni coinvolgimento per le nomine del Consiglio di Amministrazione. Potrebbe verificarsi la circostanza di una totale torsione centralistica, al comando un governo nazionale e un partner privato che risponde a logiche esclusivamente di mercato».
UNA PROPOSTA DI LEGGE PER PORTARE LA QUESTIONE IN PARLAMENTO
«La proposta di legge che depositiamo, come Partito Democratico e Basilicata Democratica, vuole portare all’attenzione del Parlamento questi punti, chiedendo al Consiglio regionale della Basilicata l’approvazione di un testo che segua l’iter del comma 2 dell’art. 121 della Costituzione. Tale iniziativa – conclude Lacorazza – è al centro di una riflessione comune tanto del Partito nazionale quanto del Pd pugliese, e siamo certi che anche altri territori e forze politiche comprenderanno le buone ragioni di questa proposta».
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