Il governo approva la nuova maturità. Floridia e Caso (M5S) contro Valditara: “Solo briciole a docenti e ATA. La scuola non deve addestrare all’obbedienza ma formare cittadini consapevoli, capaci di sviluppare senso critico”
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto Scuola, che interviene su vari aspetti del sistema d’istruzione, a partire dalla riforma dell’Esame di Maturità. Rimangono le due prove scritte, ma cambia in modo significativo l’orale, che verterà su quattro discipline caratterizzanti e sul percorso complessivo dello studente.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha sottolineato che la commissione terrà conto della preparazione, della capacità argomentativa e della responsabilità personale dei candidati. Una delle novità più discusse riguarda il divieto di “scena muta”: chi non svolgerà regolarmente il colloquio sarà dichiarato non idoneo e quindi bocciato. Nel decreto sono inclusi anche lo stanziamento di 240 milioni di euro una tantum per il contratto del personale scolastico e la trasformazione in misura ordinamentale del modello formativo 4+2 per gli istituti tecnici e professionali.
Le critiche del Movimento 5 Stelle
Alle dichiarazioni del ministro è seguita la dura reazione del Movimento 5 Stelle, che ha accusato il Governo di introdurre norme punitive nei confronti degli studenti. Secondo i parlamentari pentastellati, la disposizione sulla “scena muta” non rappresenterebbe una misura educativa, ma un provvedimento volto a reprimere forme di dissenso durante l’orale di Maturità. “La scuola – sostengono – non deve addestrare all’obbedienza ma formare cittadini consapevoli, capaci di sviluppare senso critico”. Il M5S ha criticato anche la centralità attribuita al modello 4+2, interpretato come un’impostazione che ridurrebbe la funzione formativa dell’istruzione a beneficio esclusivo del mercato del lavoro.
Polemiche sulle risorse per il personale scolastico
Un altro punto di contrasto riguarda i fondi destinati al contratto scuola. La senatrice Barbara Floridia, membro della Commissione Cultura del Senato, ha definito “briciole” lo stanziamento di 240 milioni, giudicato insufficiente e presentato come una misura temporanea. Il capogruppo M5S in Commissione Cultura alla Camera, Antonio Caso, ha sottolineato “il divario tra le risorse destinate al settore scolastico e le previsioni di spesa per altre opere e programmi governativi”, citando i fondi stanziati per i centri per migranti in Albania e per il Ponte sullo Stretto. Le opposizioni contestano, dunque, quello che considerano un impegno finanziario non proporzionato alla centralità della scuola nel Paese.
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