Piemonte

Il giorno dopo a Bardonecchia si spala il fango. Musumeci: “Si è costruito dove non si doveva”


Sta tornando alla normalità la situazione a Bardonecchia, nel Torinese, dopo l’esondazione del rio Frejus, avvenuta ieri a causa del maltempo e costata la vita a Franco Chiaffrino, fruttivendolo di 70 anni.

Nel comune dell’Alta Val Susa, dove è tornato il sole, si lavora per sgomberare strade e ponti invasi da fango e detriti e al momento non c’è una stima precisa dei danni provocati dall’esondazione.

Gli svincoli autostradali della A32 sono stati riaperti dopo la chiusura di ieri per allagamenti. Resta invece chiusa la strada statale, mentre è regolare la circolazione ferroviaria dei treni regionali.

I residenti delle zone considerate a rischio, che per precauzione erano stati ospitati nel palazzetto dello sport o aveva trovato rifugio da amici e parenti, hanno ricevuto il via libera per rientrare nelle proprie abitazioni.

Mentre si riparano i danni, non solo la cittadina ma l’intero paese si interroga su come sia stata possibile un’esondazione del tutto simile a quella avvenuta ad agosto 2023. “Quello che è avvenuto a Bardonecchia era già avvenuto nel passato, e temo non sarà l’ultimo episodio del genere. Si è costruito dove non si doveva, è mancata la manutenzione, e prima o poi la natura si prende la rivincita e i nodi vengono al pettine. Dire di risolvere tutto in 5-10 anni è una follia”. ha detto il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci intervistato a SkyTg24.


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