Il gagliardetto consegnato da Rossana, la benedizione della lancia d’oro. Arezzo ricorda Papa Francesco
Tantissimi ricordi, le foto si rincorrono sui social e nel prossimo consiglio comunale di giovedì 24 aprile ci sarà sicuramente un minuto di silenzio. Arezzo partecipa con un grande sentimento alla scomparsa di Papa Francesco avvenuta questa mattina, pochi minuti dopo le 7,30, probabilmente per ictus, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa nazionale.
Mentre si sta mettendo in moto il protocollo della Santa Sede, in parte riscritto proprio da Bergoglio, riaffiorano i tanti momenti che legano gli aretini al capo della chiesa cattolica. Il gruppo di 80 figuranti della Giostra del Saracino che sfilarono in via della conciliazione in occasione del Giubileo della Misericordia del 2016, quando il Papa benedisse la lancia d’oro dedicata a questo evento per l’edizione del 27 agosto dello stesso anno. Nel 2015 erano stati invece gli sbandieratori a partecipare a una udienza in Vaticano nel corso della quale si esibirono di fronte a Papa Francesco. Con loro anche Don Alvaro Bardelli che nell’occasione donò una terracotta della Madonna del Conforto.
L’ultimo in ordine di tempo è stato invece l’incontro con il carnevale più antico d’Italia, quello di Foiano della Chiana, con il sindaco Jacopo Franci che ha donato al vescovo di Roma una statua in cartapesta che lo raffigurava. E poi il legame con l’Arezzo. Quel gagliardetto amaranto portato dalla tifosa Rossana Sacconi, scomparsa per una grave malattia nel 2022. Apparse davanti alle macchine fotografiche al momento della benedizione. Era l’11 aprile 2018 e l’Arezzo navigava in acque tumultuose per motivi societari. Era in atto la Battaglia Totale che ebbe il bellissimo epilogo della salvezza e della nuova proprietà. Poi, tra i ricordi amaranto, c’è la maglietta ufficiale della Primavera del Cavallino lanciata e presa al volo da Papa Francesco. Piccoli intensi momenti che hanno lasciato un segno indelebile in chi è stato presente. Come la carezza ricevuta da Nicoletta Tinti e la telefonata ad Anna Romano commessa che lavorava ad Arezzo originaria di Roma. Aveva scritto al Santo Padre per confidarsi e raccontargli la sua storia. Incinta e abbandonata da un uomo che ha poi scoperto essere già padre e sposato. E che, alla notizia, oltre a tirarsi indietro, le consiglia di abortire. Lei ci riflette fino a decidere di tenere la vita che le stava crescendo dentro. Una piccola storia che ci riporta all’inizio del suo pontificato, era infatti il settembre 2013 quando Anna rispondendo a una telefonata da un numero fisso con prefisso di Roma sentì la voce di colui che era diventato papa sei mesi prima.
Il messaggio del vescovo di Arezzo
Nel frattempo arrivano i messaggi di cordoglio, primo fra tutti quello del vescovo Andrea Migliavacca.
Appresa la triste notizia della morte del Santo Padre, papa Francesco, il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Andrea Migliavacca, ha rivolto ai fedeli della diocesi questo pensiero: “Papa Francesco, dopo averci salutato e benedetto ieri, nel giorno di Pasqua, questa mattina ci ha lasciati per tornare alla casa del Padre. Ora celebra in pienezza la Pasqua con il Signore risorto. Lo accompagniamo con la preghiera di tutta la Diocesi e mia personale. Anche a nome di tutta la nostra comunità diocesana, desidero esprimere sentimenti di grande gratitudine al Signore per il generoso ministero di papa Francesco, per la sua radicale testimonianza del Vangelo e per il bene che ha fatto alla Chiesa, al mondo e a tutti noi. In un momento storico nel quale la guerra sembra tornare prepotentemente a occupare l’orizzonte delle nostre vite, con papa Francesco la Chiesa cattolica, i credenti e il mondo intero perdono un punto di riferimento fermo, che ha sempre richiamato, dall’inizio del suo pontificato e fino al suo compimento, l’urgenza della pace. Anch’io, oggi, ho una grande tristezza nel cuore e sento il bisogno di esprimere la mia gratitudine al Papa per la fiducia che mi ha dimostrato nel chiamarmi a essere vescovo e a guidare prima la Chiesa di San Miniato e, adesso, quella di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Affidiamo papa Francesco alla misericordia del Padre e, insieme con tutta la Chiesa, ci raccogliamo in preghiera per lui”.
Sui social Migliavacca ha poi condiviso un pensiero più personale: “Penso a Papa Francesco con grande gratitudine personale e per il suo instancabile ministero per la Chiesa e il mondo intero, in particolar modo per i più piccoli ed emarginati. Ci accompagnano le immagini di ieri ancora in mezzo alla gente, come ha sempre fatto. Possa vivere ora in pienezza questa Pasqua nell’incontro con il Risorto nella casa del Padre. Ci benedica ancora come ha fatto ieri. E lo ricordiamo nella preghiera che vivremo anche in modo particolare in diocesi giovedì sera alle 21,15 con una celebrazione eucaristica pregando per lui e a cui tutti sono invitati a partecipare. E’ la chiesa che prega per il suo pastore, Francesco.”
Il sindaco Alessandro Ghinelli
“Incontrare Papa Francesco è stata un’esperienza che ha lasciato un segno profondo nel mio animo. La sua presenza semplice e intensa, il suo sguardo capace di ascoltare prima ancora di parlare, mi hanno colpito profondamente. In lui ho visto un uomo di grande umanità, capace di avvicinarsi a tutti con cuore aperto e spirito di servizio. Porto con me quegli incontri come momenti di grande ispirazione e gratitudine” ha scritto il sindaco Alessandro Ghinelli condividendo alcune foto ricordo di quei momenti in cui ha potuto stringere la mano al papa scomparso oggi all’età di 88 anni.
Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace
“È morto un rondinese”, così mi ha scritto stamani uno dei 300 ex studenti di Rondine da uno dei lati tragici delle tante guerre in cui siamo impegnati da quasi trent’anni. E questo annuncio-commento spontaneo rimbalza e riecheggia dall’altro lato della guerra e delle guerre, trovando conferma. Papa Francesco lo sentiamo uno di noi. Papa Francesco, una testimonianza quotidiana che ci ha sorretto e incoraggiato, nel nostro trentennale impegno per dissolvere l’idea del “nemico” e riaprire relazioni, fiducia e speranza. Una voce, un riferimento autorevole per tutti gli impegnati a tessere relazioni, a far avanzare la pace e arretrare la guerra. Una vicinanza costante alle vittime di ogni guerra, coinvolto con la stessa forza con tutte le persone, tutti i popoli e con il loro dolore. Una Parola con cui confrontarsi necessariamente, impossibile da evitare: per la coscienza di ciascuno, oltre le appartenenze, per la politica e le istituzioni che devono servire il bene comune. Un vero leader globale che ha saputo leggere la conflittualità di un mondo che rischia di andare in frantumi e instancabilmente si è speso per il dialogo e la pace. Ma Papa Francesco non ci ha lasciati; per tutti vale la sua eredita feconda, per chi crede nella vita eterna, annunciata nella Pasqua, lui vive e ci attende operoso in quel luogo finalmente senza confini al quale vogliamo prefigurare il nostro mondo.”
Il cordoglio del Partito Democratico di Arezzo
“Papa Francesco è stato una voce forte, un riferimento certo, solido in una società ormai liquida, lo è stato sia per credenti che per i non credenti, ben oltre i confini della chiesa cattolica. Una voce che ha richiamato incessantemente e instancabilmente le nostre coscienze alla umanità verso gli ultimi, a lavorare per la pace e all’amore e il rispetto per il pianeta. Primo Papa con voce globale è stato umile con i giovani e i fragili ma autorevole con i potenti della terra. Ci mancherà ma ci lascia una grande eredità.”
Le Misericordie toscane: “particolarmente vicino nella sua attenzione agli ultimi”
“Papa Francesco ci ha lasciato il giorno dopo la Pasqua di Resurrezione, come ad impartirci l’ultimo insegnamento: ricordarlo non nel dolore, ma nella gioia della fede, con la certezza che oggi lui è felice tra le braccia di Dio.” A dirlo è il presidente delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi. “Il dolore c’è, certo, ma è per noi, che non potremo più godere della sua presenza e della sua guida. Ed è tanto più forte per chi, come i fratelli e le sorelle delle Misericordie, si prende cura degli altri e dunque ha sentito particolarmente vicino Papa Francesco nella sua straordinaria e costante attenzione agli ultimi.” “Ma a prevalere oggi non può essere questo sentimento di mancanza, bensì la gratitudine a Dio per avercelo donato. Il sorriso è stato uno dei tratti distintivi del suo pontificato ed è dunque con il sorriso che vogliamo ricordarlo.”
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