Piemonte

Il futuro parroco di Bibiana don Kaczor si metterà “all’ascolto per costruire insieme” – Torino Oggi


“Ci vuole tempo per conoscere una comunità”, così don Dariusz Kaczor, 47 anni, sottolinea l’importanza di porsi all’ascolto degli altri, in particolar modo dei suoi parrocchiani, per capire come e in quale direzione muoversi. A settembre sarà il nuovo parroco di Bibiana.

È stato nominato prete in Polonia nel 2004 e, dopo aver finito l’università cattolica di Lublino e due master in psicologia e pedagogia, ha lavorato per tre anni come vicario parrocchiale. Arrivato in Italia nel 2007 su richiesta del vescovo Pier Giorgio Debernardi, per un anno ha prestato il proprio servizio per sostituzioni temporanee in caso di assenze, per poi essere diventare parroco di Fenestrelle e Mentoulles. Dall’inizio del 2013 è a Osasco, dove ha trascorso 12 anni prima della nuova nomina, comunicata lo scorso 24 giugno dal vicario generale della Diocesi di Pinerolo, don Massimo Lovera. A sostituirlo sarà don Javier Cunalema.

“In questi anni a Osasco ho lavorato con i giovani, gli anziani e i malati e ho celebrato sacramenti e messe, una normale vita parrocchiale. C’è stata una costante collaborazione sia con componenti e responsabili cattolici sia con autorità civili come la Pro loco e gli Alpini, lavorando per il bene della comunità”, afferma don Kaczor.

Uno dei punti più critici al giorno d’oggi rimangono i giovani che si allontanano dalla Chiesa: “Con i ragazzi ho avuto delle esperienze sia in Polonia sia qui, li vedo che sfuggono. I motivi veri sono ancora poco definiti, gli ultimi libri sull’argomento non precisano nulla in merito e parlare con loro è difficile perché sono chiusi nel loro mondo con il cellulare e il computer. Sicuramente si sentono da soli e per interagire con loro ci vuole pazienza, collaborazione tra i genitori e le figure educative nella società”.

Entrerà in servizio a Bibiana il 13 settembre e sui progetti futuri è ancora cauto: “Sono stato un paio di volte nella parrocchia di Bibiana, ai tempi di don Martini, per confessare i ragazzi, ma non conosco ancora bene la comunità cristiana del paese e fare progetti adesso è inadeguato. Entrando nel gruppo che c’è, dovrò e vorrò mettermi all’ascolto, per poi costruire qualcosa insieme”.




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