Piemonte

“Il futuro? Internazionalità e qualità” – Torino Oggi


La Film Commission Torino Piemonte nel 2025 spegne 25 candeline. Un traguardo raggiungo non senza fatica e intoppi e che adesso porta a volgere lo sguardo verso un futuro dal sapore sempre più internazionale e di grande qualità. 

25 anni di Film Commission, come è iniziata e come sta andando oggi questa avventura? 
“È trascorso un quarto di secolo da quando, il 20 luglio 2000, venne ufficializzata la Film Commission Torino Piemonte e nominato presidente l’imprenditore e patron di BasicNet Marco Boglione – racconta la presidente di Film Commission, Beatrice Borgia – grazie al suo spirito imprenditoriale e alla straordinaria capacità di visione, assieme a un manager estremamente strutturato e capace come Giorgio Fossati — forte della sua pregressa esperienza in FIAT — riuscì a immaginare, dare forma e portare a terra un modello virtuoso di Film Commission. Un modello che, nato in Piemonte, avrebbe fatto scuola, diventando negli anni un punto di riferimento replicato in tutte le regioni italiane e contribuendo in modo decisivo alla crescita del comparto audiovisivo regionale e nazionale. Se nel 2000 furono 6 i
lungometraggi e 5 le serie tv sostenute dalla Fondazione, i numeri sono via via cresciuti nel corso del tempo, così come l’attività di FCTP, che si è strutturata sempre più per accogliere le produzioni nazionali e internazionali e per favorire la crescita di società e professionisti piemontesi. Sotto la presidenza di Steve Della Casa prima e di Paolo Damilano poi, FCTP ha infatti saputo ritagliarsi e consolidare un preciso posizionamento nel panorama dell’industria del cinema raggiungendo
risultati di grande rilievo. Gli ultimi quattro anni, con la mia Presidenza e tre parole-chiave come “Internazionalità”, “qualità” e “responsabilità”, hanno visto un ulteriore crescita sia dei numeri sia dell’impatto economico e sociale percepito dagli addetti ai lavori ma anche da tutto il territorio.

Quali sono stati i traguardi più importanti raggiunti sinora? 
“In questi 25 anni – spiega il direttore Paolo Manera – FCTP è diventata una vera e propria agenzia di sviluppo e coordinamento di una filiera industriale di singoli e società che appare un’eccellenza a livello europeo, che ha dimostrato in varie occasioni di saper gestire progetti di qualunque dimensione, compresi grandi blockbuster hollywoodiani. Torino e il Piemonte sono stati “casa” di film e serie Tv che hanno lasciato un segno nella storia del cinema e dell’audiovisivo, apprezzati dal pubblico, e vincitori di numerosi premi. Da La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana a Elisa di Rivombrosa, uno dei più̀ grandi successi televisivi di quegli anni e uno dei primi case-studies italiani di “cineturismo” seguiti poi da molti autori italiani di grande prestigio come Paolo Sorrentino, Saverio Costanzo, Sergio Castellitto, Marco Bellocchio, fino ai tanti successi internazionali delle ultime stagioni, da “Fast & Furious X” a “Il Conte di Montecristo”, o “Cuori” e “La Legge di Lidia Poet”. Tutto questo senza mai dimenticare i giovani autori, i cortometraggi, i documentari, ma anche gli spot e le produzioni televisive.

Torino oggi è una città del cinema, in cosa però dovrebbe ancora lavorare? 
Borgia: “Fin dall’inizio del mio mandato di Presidente, nel 2021, mi sono resa conto della solidità della Fondazione e degli ottimi risultati raggiunti, anche in concreti termini numerici: basti pensare che già nel 2019 era stato superato il tetto delle 200 produzioni sostenute, tra cui spiccava senz’altro la produzione di King’s Man – Le origini di Matthew Vaughn con 100 professionisti locali ad affiancare oltre 300 professionisti internazionali. Torino ha da sempre una connotazione
cinematografica e un forte legame storico e identitario con la settima arte: l’operato di FCTP ha contribuito ad evidenziare anche e soprattutto le potenzialità dell’audiovisivo come settore industriale e volano per l’economia locale. Mi pare del tutto naturale definire Torino come una città del cinema (e per il cinema) e penso che, guardando al futuro, sia necessario lavorare nella direzione della qualità e dell’internazionalità, due asset strategici che hanno fatto dal fil rouge della
mia presidenza”.

Quali sono le maestranze più importanti che si sono sviluppate in questi 25 anni? 
Manera: “Il valore professionale delle maestranze piemontesi è da sempre un fattore competitivo molto rilevante per l’audiovisivo del nostro territorio, un elemento che in molte occasioni ha fatto la differenza rispetto ad altre regioni. Il Piemonte può infatti contare su una filiera di professionisti e talenti riconosciuti a livello nazionale e internazionale, supportata da numerose società di produzione e service che coprono ogni aspetto del processo, inclusi i più recenti virtual set. Nel corso degli ultimi anni questo vantaggio competitivo – dato dalla presenza di una filiera vasta e articolata, con vari livelli di engagement – si è ulteriormente strutturato, rafforzandosi su vari livelli. Le maestranze piemontesi che lavorano sul set, ad esempio, sono sempre più spesso in posizioni apicali, capaci di coprire ogni reparto, dalla scenografia ai costumi, passando per location manager. Organizzatori generali, Ispettori di produzione etc. Sul nostro sito web, attraverso la production guide, presentiamo professionisti consolidati, attori e attrici residenti in Piemonte, insieme a giovani talenti emergenti del set che ancora non sono formati come professionisti, per un totale di circa 1.000 individui e 400 società”.

Parlando dei set, come sono cambiati? Sono più dedicati alle serie o ai film? 
Borgia: “Nel corso degli ultimi anni, ovvero negli anni immediatamente successivi alla pandemia e complice la crescente quota di mercato ricoperta da piattaforme e streamer, si è vista una crescita a livello nazionale delle serie TV. Anche il nostro territorio non ha fatto eccezione e ha visto importanti titoli che si sono sviluppati su più stagioni, come “Cuori” di Riccardo Donna per Rai, La legge di Lidia Poët per Netflix, e ancora l’Amica Geniale a cui si aggiungono titoli internazionali di recente grande successo come Il conte di Montecristo di Bille August e la nuova serie Una finestra vista lago di Marco Pontecorvo per Rai. A fianco del prodotto seriale non è mai venuto meno l’interesse e il sostegno ai lungometraggi, ai documentari e agli altri format che rappresentano da sempre una quota molto rilevante e di altà
qualità: basti pensare alla forte presenza ai maggiori festival internazionali (28 progetti nel 2024, da Rotterdam al Festival di Cannes, passando per il Tribeca, ad esempio) di moltissimi progetti realizzati con il nostro sostegno e a diversi importanti riconoscimenti: dalla menzione ricevuta da “Samia” al Tribeca passando per “Le Deluge” fino al recente David di Donatello assegnato al cortometraggio diretto dal regista torinese Matteo Tortone.

Quest’anno quali saranno i set più importanti che vedremo in città? 
Manera: “Nel primo semestre 2025 FCTP ha sostenuto la realizzazione di ben 90 progetti, di cui 6 lungometraggi e 5 serie TV, con oltre 500 giornate di riprese. Uno splendido “primo tempo” che ha visto le riprese di titoli importanti, come le terze stagioni delle già citate “Lidia Poet” e “Cuori“, oltre ai vari film di cui a breve daremo notizie e visibilità al grande pubblico. Nel mese di giugno abbiamo avuto 5 grandi produzioni attivi a Torino e Piemonte, e molti nuovi titoli sono in preparazione per la fine estate e l’autunno che si preannuncia affollatissimo”.

Qual è la produzione che è stata portata sul territorio cui vi sentite più legati? 
Borgia: “Senz’altro La legge di Lidia Poet che per molteplici ragioni rappresenta un progetto unico e un modello produttivo davvero straordinario. La potenza della storia personale della prima Avvocatessa d’Italia è tornata con grandissima forza grazie alla serie che Netflix e Groenlandia hanno scelto di raccontare proprio nei luoghi che sono stati protagonisti di quelle battaglie e vicende. La serie tv ha prodotto un forte impatto storico per il Piemonte – da cui sono poi nati interessanti progetti di cineturismo – e un altrettanto importante impatto produttivo e promozionale, avendo portato il territorio all’attenzione di un’audience globale. Mi sembra di poter dire che questa lunga serialità incarna perfettamente gli asset strategici che spesso ho citato, relativamente a FCTP: qualità, responsabilità e internazionalità”.
Manera: “King’s Man – Le origini , il primo grande film internazionale non si scorda mai”. 

Cinema e politica, registi e attori si sono mobilitati e si sono rivolti al ministro Giuli per chiedere di essere più coinvolti, cosa ne pensate? 
Manera: “Il dialogo tra la filiera e i decisori è fondamentale, e dev’essere costante, strutturato in modo chiaro e inclusivo di tutte la parti in gioco. È sicuramente questa una delle ragioni per cui le Film Commission e i fondi regionali, che lavorano con grande vicinanza agli operatori che beneficiano degli strumento di sostegno, negli ultimi anni sono diventati assolutamente decisivi per la realizzazione di film, serie, doc e corti, e per la loro promozione e diffusione.

Gli animi si sono un po’ divisi sulla veste più “pop” indossata negli ultimi anni da Museo del Cinema e Tff, voi cosa ne pensate? Sono più gli aspetti positivi o negativi? 
Borgia: “Crediamo sia molto chiaro il cambio di passo segnato dal Museo del Cinema e dal TFF che hanno portato e portano in città volti di grande respiro internazionale, un segnale assolutamente positivo per il territorio, per la promozione della cultura, dello spettacolo e del turismo cittadino. Sono tutti elementi di ricchezza che contribuiscono alla crescita e alla visibilità e creano un boomerang che si ripercuote positivamente sull’intero comparto. Il cotè “pop” e glamour deve naturalmente interagire e convivere con l’identità “cittadina” e indipendente del festival da un lato e quella del Museo dall’altro: questo è senz’altro avvenuto, grazie alla selezione di titoli legati al territorio e alla forte attenzione per le opere prime.

Sulla formazione cinematografica, ritenete ci siano ancora dei tasselli che mancano a Torino? Nel caso quali? 
Manera: “Consideriamo la formazione come una priorità irrinunciabile su cui da molti anni concentriamo energie e risorse, prevedendo nel corso dell’anno iniziative e appuntamenti rivolti ai professionisti e alle società di produzione piemontesi. è un ambito delle maestranze locali è fondamentale. Abbiamo avviato numerosi workshop e momenti di networking, collaborando abitualmente con diversi enti edl territorio. L’esempio cardine è senz’altro rappresentato da TFI Torino Film Industry, market che la nostra Fondazione coordina fin dalla prima edizione del 2018 e che siamo orgogliosi di aver visto crescere costantemente, anno dopo anno, e ritagliarsi un preciso posizionamento tra gli appuntamenti industry a livello nazionale e internazionale. Siamo molto soddisfatti della rilevanza che TFI ha acquisito tra gli addetti ai lavori e, contemporaneamente, dello spazio che questa iniziativa continua a riservare agli studenti e a chi è alle prime armi, offrendo formazione sui vari mestieri del cinema e dell’audiovisivo. Parallelamente collaboriamo con realtà come Agis Piemonte, Aiace Torino e Piemonte Movie, per creare percorsi di proiezioni e incontri dedicati ai più giovani sviluppando iniziative con le scuole. Abbiamo anche organizzato momenti di open day presso la nostra sede, ai quali partecipano gruppi di studenti, per avvicinare concretamente le nuove generazioni al settore”.

Da Comune e Regione, qual è il supporto che ricevete oggi? 
Manera: “La Regione Piemonte contribuisce al Bilancio annuale con l’intervento principale, 2.400.000 Euro per l’attività e i fondi a documentari e cortometraggi, a cui si aggiungono i 7.000.000 annui erogati direttamente alle grandi produzioni di lungometraggi e serie tv. Città di Torino contribuisce con 260.000 e l’apporto logistico costante dei suoi uffici”.

Oggi a 25 anni di distanza dalla sua fondazione, quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere per Film Commission?  
Borgia: “Negli anni del mio mandato abbiamo impostato a vari livelli una strategia che potesse incentivare l’internazionalizzazione. Questa è stata una delle direttrici di sviluppo su cui ci siamo concentrati, sia per il potenziale promozionale che per quello economico che rappresenta. Da un lato abbiamo naturalmente cercato di attrarre produzioni internazionali e parallelamente abbiamo potuto collaborare alla promozione di progetti nazionali di grande valore globale. Il “volume” di produzioni che sosteniamo nel corso di una annualità è molto elevato: il nostro obiettivo è quello di mantenere costante questo trend, per garantire continuità e opportunità di lavoro per il comparto e, allo stesso tempo, lavorare anche e soprattutto sull’asset della qualità, altra direttrice di sviluppo che abbiamo messo in campo in questi anni e che crediamo possa essere una chiave di lettura importante anche per il futuro”.




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