Toscana

Il futuro della democrazia nel libro di Vannino Chiti

Scritto da Marcello Ferreri, venerdì 30 maggio 2025 alle 13:55

Nuovi autoritarismi, sistemi politici malati, i ruoli dominanti della tecnologia e della finanza, l’apparente assenza di alternative e le prospettive per il futuro prossimo. Di questo e molto altro scrive nel suo libro La democrazia sopravviverà a questo secolo ? edito da Mompracem, Vannino Chiti, presidente della Regione Toscana dal 1992 al 2000, sottosegretario e ministro nei governi Amato e Prodi, senatore del Partito democratico fino al 2018 e attualmente presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza.

In meno di cento pagine il libro, presentato ieri a Firenze presso la sede della Regione a palazzo Strozzi Sacrati, restituisce una sintetica descrizione dello stato di salute e delle prospettive dei sistemi politici contemporanei, spiega le ragioni delle grandi trasformazioni di questo secolo e cerca di mettere di nuovo al centro il ruolo delle persone nelle importanti decisioni su un futuro che non può mai essere determinato solo da altri.

“Nelle oltre 200 nazioni in cui è diviso il nostro pianeta – afferma Eugenio Giani – stanno diminuendo i paesi governati da sistemi democratici. Ma quello che è più problematico in realtà è il fatto che Paesi classificati democratici per le forme costituzionali che si sono scelti, nella realtà non lo sono e appaiono sempre più democrature con chiari risvolti di carattere autoritario”.

“Sempre più la volontà popolare espressa con il voto – continua Giani – subisce coercizioni che il libro di Vannino Chiti mette bene in evidenza e questo accade anche attraverso i social e i mezzi di comunicazione. La possibilità di investire ingenti risorse economiche in questi delicati settori che formano la pubblica opinione talvolta produce una falsa scelta democratica. L’espressione della volontà popolare diventa così solo un apparente esercizio di democrazia falsato da un pesante condizionamento. È lo stesso concetto di democrazia, così come veniva inteso dai nostri costituenti, che viene messo in discussione nei suoi pilastri fondamentali.”

“La democrazia – conclude Giani – ha sempre avuto come funzione peculiare di interesse generale la capacità di trovare una sintesi nella dialettica fra maggioranza e opposizione in grado di permettere alla maggioranza di esercitare la funzione di governo nell’interesse del bene collettivo e adottare, in un processo di confronto, scelte che vadano nella direzione nell’interesse dei cittadini ed efficaci per la comunità”

La destra al potere nel mondo, la sinistra incapace di esprimere alternative credibili, l’importanza dei valori umani ed l’ipotesi di una nuova forma di umanesimo riassumono in brevi capitoli il senso del libro di Chiti.

“Molti studiosi – afferma Chiti – descrivendo quelle forme di democrazia apparente delle quali parlava il presidente Giani, hanno usato il temine tecno fascismo, un’espressione che mutua un concetto espresso molti anni fa da Pier Paolo Pasolini. Le nuove tecnologie sono legate alla loro destinazione d’uso. Se l’intelligenza artificiale viene usata in modo positivo per la collettività e non per aumentare disuguaglianze, povertà, disparità, ecco, questa può diventare una forma di innovazione al servizio delle persone. Se invece vengono usate per aumentare forme di controllo sulle persone diventano strumenti di condizionamento autoritario. Di questo, e del ruolo che oggi esercitano le Big Tech, le multinazionali del digitale, è necessario essere consapevoli. Il caso Cambridge Analytica, la società di consulenza britannica divenuta celebre a seguito dello scandalo connesso alla gestione dei dati per influenzare le campagne elettorali, prima fra tutte quella che ha determinato la Brexit in Inghilterra, è un esempio chiaro di questo tipo di manipolazioni autoritaria.

“Oggi sarebbe fondamentale – spiega Chiti – introdurre seri programmi di media education nelle scuole italiane a partire dalle classi elementari, insegnando ai bambini a guardare e leggere in modo critico i messaggi pubblicitari, l’informazione, i prodotti visivi. È così che si forniscono alle nuove generazioni strumenti critici per valutare, scegliere e interpretare le nuove tecnologie”.

L’istruzione – conclude Chiti – fino al secolo scorso era la via principale di emancipazione e di crescita e teneva aperto l’ascensore sociale. Si sta perdendo il senso dell’importanza di questo strumento e bisogna invece rimetterlo al centro del nostro impegno politico perché, insieme alla sanità e al diritto al lavoro, è uno degli elementi che costruisce un futuro in cui la democrazia conserva il suo valore fondamentale.”

“La politica e la democrazia – conclude Rossano Rossi, segretario generale della CGIL Toscana – devono vivere nel quotidiano, nella società, nei problemi ideali delle persone, dei lavoratori, dei lavoratrici, della gente comune. Forse la politica, in questi anni, si è distaccata troppo dalla realtà e questo ha fatto emergere certi problemi in maniera anche drammatica. Il libro di Vannino Chiti fa un’analisi giusta. La democrazia oggi è malata sotto diversi aspetti, ha avuto dei colpi molto pericolosi ed è messa in discussione nel nostro Paese e in molte altre parti del mondo. Noi oggi abbiamo la possibilità di rimettere al centro le persone con i loro problemi, le loro condizioni, esigenze, aspirazioni.”

Se riusciamo a farlo – conclude Rossi – può esserci un risanamento della politica, della partecipazione democratica e dell’idea di rappresentatività. Non possiamo più permetterci ragionamenti che non tengono conto dell’esistenza delle persone vere e dei loro veri problemi.”

 


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