Il femminicidio di Celine Frei Matzhold: tremila messaggi prima del delitto – Cronaca
BOLZANO. C’è un prima e un dopo nella relazione tra la vittima, Celine Frei Matzohl, uccisa a 20 anni il 12 agosto 2023 a Silandro, e Omer Cim, accusato del suo omicidio brutale. La relazione ufficiale, durata fino al 17 giugno 2023 e caratterizzata dal tanto tempo trascorso insieme, dalle continue litigate, dalla violenza di lui culminata nella denuncia per maltrattamenti. E il riavvicinamento a luglio, quando i due ricominciano a sentirsi «assiduamente», come detto ieri in aula dal perito. Si parla di oltre 3mila messaggi in meno di un mese. Conversazioni in cui si definiscono «cambiati», entrambi, e parlano di un rapporto migliore.
In questo periodo – dal 20 luglio al 12 agosto – in cui dai messaggi non emergono particolari attriti, e in cui tutto sembra andare relativamente bene, Cim avrebbe però cercato di procurarsi un’arma da fuoco. Due volte: la prima, il 20 luglio, da un cittadino albanese. La seconda, il giorno prima dell’omicidio, da un uomo residente a Merano. Questo è parte di ciò che è emerso ieri in Corte d’assise dalla perizia informatica. Presenti in aula, oltre al giudice Stefan Tappeiner, la pm Francesca Sassani, gli avvocati dell’accusa e della difesa, i genitori della vittima, e l’imputato, scortato dalla polizia penitenziaria.
Il maresciallo maggiore Graziano Sanna, del Nucleo operativo dei carabinieri, ha analizzato a lungo lo scambio di messaggi, circa centoquaranta al giorno, e chiamate, un migliaio, tra i due ragazzi. Messaggi di un rapporto clandestino, dal quale emergono tratti della gelosia di Cim: «Hai tempo per tutti ma non per me», «Loro ti vedono sempre e io no». E scambi ambigui da cui, come ha dichiarato Sanna: «si può dedurre che l’imputato la controllasse senza che lei ne fosse consapevole». Sapeva dove si trovava, le faceva domande sulle persone che aveva visto insieme a lei. Secondo la perizia, nei messaggi non ci sarebbe traccia né della denuncia a carico di Cim, né di conversazioni che potessero far dedurre la volontà di Celine Frei Matzohl di chiudere la storia. I due si organizzano per vedersi, parlano delle loro vite, del lavoro. Dalla chat emerge un Cim stressato da «giri strani», così il perito, che parla alla ragazza della paura dei controlli della guardia di finanza, di sospetti viaggi fuori confine, della necessità di procurarsi «soldi puliti» per acquistare una macchina. Un giovane, dal tenore di vita non molto elevato, che vuole noleggiare una Lamborghini per farla provare a Celine Frei Matzohl, proposta da lei rifiutata.
Cim, emerge, voleva comprare casa, oppure andare via. I messaggi analizzati e discussi ieri in aula, arrivano fino al tragico 12 agosto. Quel giorno i due si organizzano via whatsapp per vedersi. Lei parte per andare a casa di Cim, lì lui la uccide, tentando poi la fuga. È accusato di omicidio volontario aggravato (dalla relazione sentimentale e dalla premeditazione), resistenza a pubblico ufficiale (un carabiniere rimase ferito nell’inseguimento che portò all’arresto), percosse e minacce aggravate (per un episodio denunciato dalla vittima).La perizia medicaIn aula è stato sentito anche Dario Raniero, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane donna. Tramite un’analisi delle ferite, ha ricostruito una possibile dinamica. Cim avrebbe colpito Celine Frei Matzohl alla nuca con un corpo contundente, forse il manico del coltello.
Un colpo che, ha spiegato il perito: «Può determinare una temporanea alterazione dello stato di coscienza». Questo, forse, il motivo per cui la giovane sembrerebbe non essersi difesa, in base all’assenza di ferite sulle mani. In seguito Cim l’avrebbe bloccata in posizione supina, causandole lividi sul viso, per poi colpirla con nove coltellate nella zona tra il collo e il torace. Shock emorragico: la causa della morte, sopraggiunta in pochi minuti dall’aggressione. La prossima udienza è in programma il 17 gennaio.