il FEFF27 si tinge di nero
I gangster taiwanesi di Gatao: Like Father Like Son, i truffatori thailandesi di The Stone, i jumpscare giapponesi di Dollhouse, gli spiriti maligni (ecco di nuovo la Thailandia) di Death Whisperer 2. Senza ovviamente dimenticare i primi due titoli dell’attesissima retrospettiva Yokai e altri mostri: dal folklore asiatico al cinema, cioè l’imperdibile doppietta filippina The Woman in Unit 23B e Shake, Rattle & Roll, e il primo appuntamento pomeridiano con i Bambù Talks di Giulia Pompili e Francesco Radicioni, Scam Cities: il Sud-est asiatico è la Silicon Valley del crimine. Oggi (26 aprile) il FEFF si tinge di nero e viaggia, a tutta velocità, dentro i territori dell’horror e della malavita!
Se il fronte puramente drammatico non rimane certo scoperto, come dimostrano My Friend An Delie e il lynchiano Teki Kometh (pluridecorato all’ultimo Tokyo International Film Festival), il film-rivelazione di questa terza giornata ci trascina comunque nell’universo crime: stiamo parlando di The Stone, incredibile debutto a quattro mani dei registi Arak Amornsupasiri e Vuthipong Sukhanind (saliranno sul palco del FEFF con i produttori Surawut Tungkarak e Paween Puruitpanya). Un racconto di sangue, pallottole e… amuleti. Sì, amuleti. I thailandesi credono che portino fortuna e protezione. Per questo sono più preziosi dell’oro e dei diamanti, per questo il mercato è dominato da violentissime lotte di potere.
In corsa per il Gelso Bianco, il premio dedicato alle opere prime, The Stone sarà valutato assieme ad altri 9 film da tre giurati internazionali: Kim Yutani (programmatrice del Sundance Film Festival), Sakoda Shinji (international film representative) e, per la gioia degli ammiratori, la celebrity giapponese Megumi.
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