Economia

Il faro dell’Antitrust sugli skipass delle Dolomiti: possibile intesa a danno della concorrenza

MILANO – L’Antitrust accende un faro sui prezzi degli skipass nel super comprensorio sciistico Dolomiti SuperSki, una delle principali realtà del turismo invernale in Italia e meta di moltissimi turisti stranieri. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato vuole vederci chiaro sulle intese tra la Federazione e i dodici Consorzi degli impianti di risalita che vi aderiscono.

Oggetto d’attenzione è in particolare lo statuto della Federazione e come questo le dia la possibilità di fatto di controllare i prezzi degli ski-pass messi in vendita non solo per tutto il comprensorio, ma anche per i singoli consorzi di zona. E come questi ultimi siano limitati nella loro possibilità di vendita degli skipass attraverso soggetti terzi.

Dalle 15 pagine di provvedimento pubblicato dall’Autorità emerge come l’avvio dell’istruttoria prenda le mosse da una segnalazione, giunta nel novembre scorso, da parte della SportIt, che opera come agenzia viaggi e tour operator, e in particolare tramite la piattaforma SnowIt fa da marketplace che consente all’utente-sciatore di acquistare online servizi legati al mondo dello sci in particolare gli skipass, il noleggio di sci e snowboard, la partecipazione ad attività come ciaspolate ed escursioni, la prenotazione di alloggi e ristoranti in località montane.

SportIt, emerge dalle carte, ha provato a lungo a siglare un accordo commerciale con la Federazione dei consorzi che costituiscono il Dolomiti SuperSki. Un rifiuto duplice, a dire il vero: le è stato impossibile sia iniziare a commercializzare il cosiddetto “super-skipass” che vale per l’accesso a tutto il comprensorio; sia sono risultati “infruttuosi” i contatti con i vari comprensori aderenti per poter mettere in vendita i rispettivi skipass di zona (si tratta, nel dettaglio, di Consorzio esercenti impianti a fune Cortina d’Ampezzo, S. Vito di Cadore, Auronzo/Misurina; Consorzio esercenti impianti a fune Skirama Plan de Corones – Kronplatz; Consorzio impianti a fune Alta Badia; Consorzio esercenti impianti a fune Val Gardena – Alpe di Siusi; Consorzio impianti a fune Val di Fassa e Carezza; Consorzio esercenti il trasporto di persone a mezzo impianti a fune Alpe Lusia – San Pellegrino; Consorzio impianti a fune Civetta; Consorzio impianti a fune Arabba – Marmolada; Consorzio 3 Zinnen Dolomites; Consorzio impianti a fune Val di Fiemme – Obereggen; Consorzio impianti a fune San Martino di Castrozza e Passo Rolle; Consorzio Rio Pusteria – Bressanone).

A questo punto, l’Antitrust ha passato al setaccio lo Statuto della Federazione trovando il “fumus” per due forme di intesa anti-concorrenza: “La prima concernente la definizione da parte del Federconsorzio del prezzo degli skipass dei comprensori di area – si legge nel documento – La seconda riguardante i vincoli gravanti sui Consorzi di area in termini di distribuzione dei propri skipass attraverso soggetti terzi”. In sostanza, c’è il rischio che sia in atto “una cooperazione tra concorrenti (i singoli Consorzi di area, a loro volta espressione di diverse imprese funiviarie, per il tramite del FDSK) tanto nella determinazione del prezzo quanto nella distribuzione e promozione dei rispettivi skipass, ossia un accordo di commercializzazione congiunta (detta anche in comune) da valutarsi in relazione alle funzioni oggetto della cooperazione”.

Ragione per cui l’Antitrust ha deciso di avviare, appunto, l’istruttoria. Atto che Assoutenti accoglie positivamente, ricordando come il consorzio Dolomiti Superski il biglietto giornaliero sia salito nell’ultimo anno del +3,8%, passando da 80 a 83 euro ed estendendo il confronto al 2021 segnalando un rincaro del +23,9%: da 67 a 83 euro. Dal canto loro, Dolomiti Superski con i consorzi federati “confermano di collaborare con la massima disponibilità, trasparenza e senso di responsabilità” e ribadiscono “con fermezza che il modello di Dolomiti Superski rappresenta da oltre cinquant’anni un esempio virtuoso di attività consortile” che “ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo sostenibile e alla prosperità di un ampio territorio alpino”.


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