il documentario “Don’t Stop The Music” in onda su Rai5. Il 28 marzo esce “Loose Talk”, il nuovo album con Amelia Barratt
Un documentario dal taglio intimo in cui Bryan Ferry, frontman dei Roxy Music e solista di successo negli anni della maturità, si racconta senza filtri. È “Bryan Ferry, Don’t Stop The Music”, documentario diretto da Catherine Ulmer Lopez, in onda martedì 18 marzo alle 23,05 su Rai5 (in streaming su RaiPlay).
Bryan Ferry resta una delle figure-chiave del rock britannico degli ultimi cinquant’anni. La sua intera esperienza artistica si distingue per la classe cristallina; un artista capace di domare le insidie di un lungo percorso artistico facendo sembrare tutto facile. Dai primi lavori insieme ai Roxy Music, alla carriera solista, questo doc restituisce tutto il sapore delle avventure in smoking dell’impareggiabile crooner inglese.
Nei giorni scorsi, l’ex-leader dei Roxy Music ha annunciato l’uscita di un nuovo album con la performer, scrittrice e pittrice britannica Amelia Barratt. Il disco, intitolato, “Loose Talk” sarà pubblicato il 28 marzo e uscirà per l’etichetta del 79enne musicista inglese, la Dene Jesmond.
Ad anticipare l’album, il singolo “Orchestra”, uscito accompagnato da un video diretto e girato dallo stesso Ferry (guardalo qui sotto).
Bryan Ferry e Amelia Barratt si sono incontrati all’inaugurazione di una mostra e tra i due è nata una collaborazione per la canzone “Star” , inclusa nella raccolta definitiva del frontman dei Roxy Music pubblicata qualche mese fa, “Retrospective: Selected Recordings 1973-2023” .
“Loose Talk” è il primo album in studio di inediti di Bryan Ferry da “Avonmore” , uscito nel 2014. L’ultima pubblicazione in assoluto di Ferry è datata 2018, il remake di vecchie canzoni “Bitter-Sweet” .
Ecco qui sotto la tracklist e la copertina di “Loose Talk”
1. Big Things
2. Stand Near Me
3. Florist
4. Cowboy Hat
5. Demolition
6. Orchestra
7. Holiday
8. Landscape
9. Pictures on a Wall
10. White Noise
11. Loose Talk
Bryan Ferry ha appena compiuto 79 anni. Ne festeggia 52 di vita discografica. E pubblica una raccolta definitiva di 81 brani. Così, tanto per chiudere il cerchio. Ma se i numeri testimoniano soprattutto la straordinaria longevità artistica del dandy di Washington (intesa come ridente cittadina della contea di Tyne and Wear, in Inghilterra), a risaltare in questo scrigno prezioso sotto forma di box quintuplo di nome “Retrospective: Selected Recordings 1973-2023” è la creatività – oltre che il maniacale perfezionismo – del leader dei Roxy Music anche al di fuori della sua band. A dispetto della sciocca sufficienza con cui spesso si è guardato al lato solista della sua carriera. Un percorso avviato appena un anno dopo il debutto dei Roxy Music, con “These Foolish Things” (1973), e proseguito fino ad oggi, anche se l’ultimo lavoro, “Bitter Sweet” (2018), risale ormai a sei anni fa. Non è stato tutto rose e fiori – basti pensare a dischi irrisolti come “Mamouna” e “Frantic” o a raccolte di cover un po’ bislacche (“Taxi”, “As Time Goes By”, “Dylanesque“) – ma di certo è stato molto di più di quello che la critica solitamente gli riconosce.
“Retrospective” è uno slalom ubriacante tra i generi, avvinghiati al microfono deluxe di Ferry: tra rock ‘n’ roll e r’n’b, dance e soul, glam e country, folk e blues, new wave e jazz. Ma smarrire la bussola è impossibile, perché l’uomo in tuxedo bianco e papillon nero possiede quella classe cristallina in grado di domare anche i flutti più insidiosi tenendo sempre dritta la barra. In direzione di un’unica rotta possibile: quella dell’eleganza e della seduzione a tutti i costi. Love is the drug.