Il Dipartimento di Giustizia USA contro il monopolio Google nella ricerca online
Nello specifico, il Dipartimento ha richiesto a Google la vendita del browser Chrome a un acquirente approvato dallo stesso DOJ e Big G non potrà lanciare altri browser senza approvazione del tribunale durante il periodo di validità della sentenza.
Google non potrà inoltre fornire a sé stessa un accesso preferenziale ad Android, né imporre ai produttori di dispositivi Android l’uso esclusivo del proprio motore di ricerca, pubblicità testuale o prodotti di intelligenza artificiale.
Infine, da Mountain View non potranno interferire con la distribuzione di motori di ricerca concorrenti, annunci pubblicitari o prodotti di AI su dispositivi Android.
Se queste misure non si dimostreranno efficaci, il governo si riserva il diritto di chiedere a Google di vendere Android.
Il DOJ ha avanzato ulteriori richieste per limitare il dominio di Google:
- Restrizioni sui pagamenti a terze parti: Google non potrà pagare Apple o altre aziende per scoraggiarle dallo sviluppare motori di ricerca o pubblicità proprie. Sono inoltre vietati i pagamenti di revenue share.
- Condivisione dei dati: Google dovrà rendere disponibili a terzi i dati di ricerca e pubblicità per facilitare la creazione di concorrenti. Questo obbligo durerà 10 anni.
- Protezione dei contenuti online: Editor, siti web e creatori di contenuti potranno escludere facilmente i loro contenuti dall’indicizzazione di Google o dall’uso per l’addestramento di modelli di AI, senza timore di ritorsioni.
Ovviamente la risposta di Google non si è fatta attendere, definendo le proposte “estreme” e “eccessivamente ampie”, sostenendo che potrebbero:
- Minare la sicurezza e la privacy: La vendita di Chrome e Android potrebbe compromettere la sicurezza dei dati degli utenti e la qualità dei prodotti.
- Danneggiare la concorrenza: Secondo Google, queste misure rischiano di penalizzare anche aziende come Mozilla, che dipendono dai pagamenti di Google per il posizionamento del motore di ricerca.
- Rallentare l’innovazione nell’intelligenza artificiale: Google teme che le restrizioni possano frenare gli investimenti in AI, un’area cruciale per l’azienda.
- Favorire un controllo governativo eccessivo: La nomina di un comitato tecnico con ampi poteri, secondo Google, sarebbe un’interferenza diretta nella gestione delle sue tecnologie.
Google presenterà le sue controproposte il prossimo mese, mentre il DOJ, sotto una nuova amministrazione, farà un’ulteriore presentazione a marzo 2025. Una decisione definitiva del giudice è attesa entro settembre 2025.
Le implicazioni di questo processo potrebbero ridefinire il panorama della tecnologia e della concorrenza digitale, con potenziali impatti significativi sui consumatori e sull’ecosistema tecnologico globale. Non ci resta quindi che aspettare i prossimi sviluppi.
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