Marche

Il commercio in centro, ad Ascoli aumentano i ristoranti: scendono bar e pizzerie

ASCOLI La nuova mappa delle attività commerciali in centro storico, delineata dopo il censimento aggiornato dall’Arengo, è di quelle che non ti aspetti. Le sorprese, infatti, non mancano rispetto a un immaginario collettivo che, negli ultimi anni, si è sempre imperniato sull’idea di un’invasione del food rispetto a una generalizzata carenza di tutte le altre attività. Basti pensare, ad esempio, che dati alla mano (analizzati dal sindaco Marco Fioravanti e dall’assessore Laura Trontini al momento della presentazione) i più numerosi sono i negozi di abbigliamento (saliti in un anno da 45 a 48), anche rispetto ai ristoranti che, comunque, salgono da 38 a 41, e ai bar che, invece, scendono da 41 a 35.

Calano, invece, ma tutte di una unità, i negozi di calzature, quelli di articoli da regalo e di biancheria per la casa. Una fotografia, dunque, diversa rispetto a quella del marzo 2024, quando, per volontà del sindaco insieme all’allora assessore al commercio (oggi con delega allo sport) Nico Stallone, era stato messo a punto il primo censimento delle attività. Un quadro aggiornato che serve anche a capire quali siano i settori carenti e su cui puntare per nuovi investimenti nel cuore della città.

Le agevolazioni

In tal senso, proprio nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha confermato di aver avviato lo studio di possibili agevolazioni o incentivi per tre anni per incoraggiare le nuove aperture. Così come si valutano iniziative di supporto anche per le attività commerciali storiche della città.

No food

Per quello che riguarda nel dettaglio i dati di tutte le attività commerciali no food presenti nel centro storico ascolano, non mancano riscontri positivi per alcune delle tipologie. Nello specifico, c’è, innanzitutto, il dato in crescita di tre unità, da 45 a 48, dei negozi di abbigliamento. Così come aumentano di due unità, passando da 10 a 12, le attività di telefonia, computer ed elettronica. Incremento di una unità per l’intimo (da 6 a 7 negozi) e, sempre di un’unità, aumento anche le attività di articoli per la casa (da 5 a 6). A scendere come presenza in centro nel settore no food, sempre rispetto a marzo 2024 sono, seppur lievemente, sono i negozi di calzature (da 11 a 10), quelli per articoli da regalo (da 7 a 6) e quelli per biancheria per la casa (da 2 a 1). Stabili, rispetto all’anno precedente, tutte le altre attività. L’abbigliamento, quindi, come confermano i dati, risulta il settore maggiormente presente in centro.

Food

L’analisi dei dati relativi al settore del food nella sua completezza, vede come maggiore presenza i ristoranti (inclusi trattorie, bistrò ed enoteche), saliti da 38 a 41, che superano i bar che scendono da 41 a 35. In crescita paninoteche, friggitorie e pub, passati da 13 a 18, e pasticcerie cresciute da 4 a 5. Per quanto riguarda il dato in negativo, oltre al calo di 3 unità dei bar, scendono anche le pizzerie da 14 a 13 e le gelaterie e yogurterie da 8 a 7. Restano stabili kebab (4) e sale da thè-latterie (1). Esaminando i dati relativi alle altre tipologie del settore alimentare, salgono da 14 a 15 i negozi distributori di generi alimentari e da 5 a 8 i fruttivendoli. Scendono da 3 a 2 le macellerie. Il dato complessivo, oltre a far rilevare un incremento di 9 attività in centro rispetto al marzo dello scorso anno, con 18 nuove aperture e 9 chiusure, fa registrare una maggiore presenza di tutto il settore no food rispetto a quello del food nel suo complesso.




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