Il comandante ha spento i motori dell’aereo
Pochi secondi dopo il decollo il comandante Sumeet Sabharwal ha spento in rapida sequenza entrambi i motori spostando intenzionalmente gli interruttori che controllano il flusso di carburante. I nuovi dettagli, che sembrano confermare quanto già emerso negli scorsi giorni, vengono riportati in esclusiva dal Wall Street Journal. Il quotidiano statunitense cita funzionari Usa a conoscenza del contenuto dei file audio contenuti nella scatola nera. L’analisi del materiale indica che sarebbe stato proprio il comandante del volo a spegnere gli interruttori, nell’impotenza del primo ufficiale Clive Kunder che ha provato a riavviare i motori dopo circa 10 secondi. Il suo tentativo in extremis non è bastato ad evitare lo schianto del Boeing 787 di Air India avvenuto il 12 giugno.
La dinamica sarebbe confermata dai suoni registrati in cabina di comando: l’inconfondibile rumore delle levette che si spostano da “run” a “cut-off” e poi la disperata conversazione tra il comandante e il suo primo ufficiale, in cui il primo ufficiale nel panico ha chiesto al pilota più esperto perché abbia spostato gli interruttori che controllano i motori. Nel suo rapporto preliminare, l’Aircraft Accident Investigation Bureau indiano riassumeva lo scambio di battute, ma non specificava quale pilota avesse detto cosa. Il rapporto infatti si limitava ad affermare che un pilota aveva chiesto all’altro perché avesse spostato gli interruttori, mentre l’altro aveva negato di averlo fatto, annacquando la realtà e il tono della conversazione. È da giorni che si scava nella vita di Sabharwal e Kunder, ma l’attenzione è stata rivolta principalmente al primo. Da quanto riporta il Daily Telegraph, che cita uno dei massimi esperti di sicurezza aerea in India, il comandante aveva problemi di salute mentale e soffriva di depressione.
Intanto continua lo scontro tra le autorità indiane e gli investigatori occidentali. Mentre i primi infatti puntano sugli accertamenti tecnici per far ricadere la responsabilità sul costruttore Boeing e allontanare l’ipotesi di un gesto intenzionale, i secondi stanno indagando sul privato dai piloti. È proprio un team di investigatori composto da americani ed europei che ha effettuato dei test per verificare la possibilità di un movimento autonomo degli interruttori, ma, da quanto riporta il Corriere della Sera, tutte le prove effettuate hanno dato esito negativo. Tra le persone che hanno ascoltato le registrazioni della scatola nera, c’è anche Jennifer Homendy, direttrice dell’ente investigativo americano che indaga sugli incidenti nell’ambito dei trasporti (Ntsb), il cui obbiettivo nel collaborare con le autorità indiane era “determinare rapidamente se l’incidente presentasse problemi immediati di sicurezza per i passeggeri”.
Dalle indagini effettuate dalle autorità indiane non è giunta alcuna conclusione sulle cause dell’incidente o sul motivo per cui gli interruttori del carburante siano stati spenti e Nuova Delhi non ha voluto escludere possibili difetti di progettazione, malfunzionamenti o problemi di manutenzione. Le indagini però stanno spingendo sempre di più in una direzione diversa che escluderebbe la responsabilità di Boeing. Campbell Wilson, amministratore delegato di Air India, ha comunque esortato il personale della compagnia aerea a evitare di trarre conclusioni premature sull’incidente, affermando che l’indagine è “ben lungi dall’essere conclusa”. Un rappresentante della compagnia ha affermato che si continua a collaborare all’inchiesta.
Anche la Federazione dei Piloti Indiani ha chiesto al governo di indagare ulteriormente su possibili incomprensioni tecniche o guasti meccanici nell’aereo. In una lettera al ministero dell’Aviazione Civile i piloti si dichiarano preoccupati per il rapporto preliminare reso noto nei giorni scorsi e sostengono che non tiene conto “in modo convincente di due scenari tecnici plausibili e già evidenziati”, che potrebbero avere causato la chiusura improvvisa dei pulsanti di alimentazione del carburante. Secondo i piloti, viene suggerito un errore o una scelta suicida senza presentare nessuna prova e senza che siano stati esplorati guasti tecnici già documentati precedentemente in aerei simili.
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