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Il college football, l’ultima sfida del super coach Bill Belichick: “E non sono qui per andar via”

Ha vinto. Che dico, ha stravinto nella Nfl. Trasformando un team in una autentica dinastia. E un qb magrolino dall’aria incerta nel migliore di tutti i tempi. Bill Belichick è il super coach della Nfl con quei sei Super Bowl (e non dimenticate le altre due finali raggiunte) targati New England Patriots, era Tom Brady. Correzione: era, perchè da qualche ora è il guru di un team del football college, e neppure tra i più vincenti: North Carolina. Una sorpresona. Per tutti. Che ha scatenato i dietrologi sui motivi di questa scelta. Perché, dopo un anno da commentatore tv, chiuso il capitolo Pats, potete stare sicuri che uno dei 32 team Nfl lo avrebbe preso. Ma lui non ha voluto aspettare e ha scelto il football del college, che riempie stadi e cuore dei tifosi come e forse anche più di quello professionale ma che è un’altra cosa rispetto al livello dove sinora ha giostrato BB.

Inutile cercare spiragli polemici nelle parole (sempre poche) e nelle espressioni (sempre uguali) del super coach, che ha detto di essere da tempo interessato ad allenare nei ranghi universitari e di esserci finalmente riuscito: “L’ho sempre voluto ma sinora non era mai andato in porto d’altronde ho avuto dei buoni anni (!) in Nfl e dunque andava bene così”. Basico, sofisticatamente un po’ ironico, sobrio. E in North Carolina già impazzano le felpe con le maniche tagliate all’altezza del gomito, un marchio di fabbrica del look di Bill.

Belichick si è presentato in conferenza stampoo indossando un abito scuro, una camicia azzurra e una cravatta con un motivo bianco e azzurro. “Sono qui per insegnare, sviluppare e costruire un programma nel modo in cui credo”, ha detto.

Per lui un tuffo nell’ignoto dopo 333 vittorie in carriera nella stagione regolare e nei playoff nella Nfl, dietro solo alle 347 di Don Shula per il record della lega, mentre le sue 31 vittorie nei playoff sono le più numerose nella storia del football professionistico.

Tante voci sono girate in stagione sulla prossima panchina di BB. L’ultima e più accreditata diceva Atlanta Falcons. E invece… Va detto che esiste anche un piccolo legame familiare con il programma UNC per Belichick: il suo defunto padre, Steve, è stato assistente allenatore per i Tar Heels dal 1953 al 1955.

Guadagnerà molto (ovviamente) e dovrebbe restare cinque anni. E quando gli è stato chiesto delle precoci preoccupazioni dei fan di UCN sul fatto che potesse andarsene alla prima prossima chiamata di un team della National football league ha risposto categorico: “Non sono venuto qui per andarmene”.

Per poi dribblare con ironia la domanda su per quanto tempo ancora, lui, 72enne, avrebbe voluto continuare ad allenare: “È meglio che lavorare. Mio padre mi ha detto questo: quando ami quello che fai, non è lavoro. Amo quello che faccio. Amo allenare”.

Che impatto avrà nel football college? Funzionerà? Cambierà un mondo che già vive un periodo di significativi cambiamenti? Se ne pentirà e lascerà la sideline? O non saprà resistere al richiamo della National football league? Una raffica di interrogativi si insegue dopo l’annuncio dell’ingaggio di Belichick. Solo il tempo ci darà risposte certe. Di certo si sa che lui vuol creare un front office stile Nfl in North Carolina e preparare sempre meglio i ragazzi che sognano il grande salto. Pensate che emozione per un universitario essere guidato dal coach sei volte campione del mondo dei Patriots di Brady…


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