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Il cessate il fuoco armato a Gaza, nuovi raid di Israele nel sud della Striscia

A circa 24 ore dall’annuncio del ripristino del cessate il fuoco, Israele torna a colpire la Striscia di Gaza. Aerei da guerra di Tel Aviv hanno lanciato giovedì sera attacchi aerei sulle città di Abasan al-Kabira e Bani Suheila – a est di Khan Younis, nella Striscia meridionale – secondo quanto riportato da Al Jazeera Arabic. Dopo la notte di sangue tra martedì e mercoledì con un tragico bilancio di oltre cento morti, Israele aveva già attaccato mercoledì pomeriggio Beit Lahiya, nel nord di Gaza. In quell’occasione l’esercito aveva giustificato il raid affermando di avere colpito una “minaccia imminente” in un “sito terroristico“.

In un contesto di tregua, sempre in bilico, Hamas ha consegnato i corpi di altri due ostaggi. Le due bare contenenti alcuni resti umani sono state consegnate dalla Croce Rossa all’esercito israeliano che le ha scortate, in una sorta di processione, fino all’istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv che si occuperà della procedure di identificazione. Si tratta di un procedimento che potrebbe durare anche due giorni. Se le loro identità venissero confermate, rimarrebbero nella Striscia i corpi di 11 ostaggi israeliani deceduti.

Intanto il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver incontrato alti funzionari americani presso il Civil-Military Coordination Center, il centro del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) per monitorare l’attuazione del cessate il fuoco e per facilitare gli aiuti umanitari a Kiryat Gat, nel centro di Israele. “Stiamo lavorando insieme per raggiungere l’obiettivo concordato con il presidente Trump: disarmare Hamas e smilitarizzare Gaza, mantenendo al contempo la nostra sicurezza“, ha affermato Netanyahu, mentre secondo Axios, gli Stati Uniti starebbero accelerando sulla creazione di una forza internazionale da schierare a Gaza e intendono presentare un piano proprio nelle prossime settimane. Il piano prevederebbe una nuova forza di polizia palestinese – addestrata e valutata da Stati Uniti, Egitto e Giordania – insieme a truppe provenienti da Paesi arabi e musulmani come Indonesia, Azerbaigian, Egitto e Turchia.

In attesa che si concretizzi tale progetto le Nazioni Unite hanno annunciato che oltre 24.000 tonnellate di aiuti hanno raggiunto Gaza dall’inizio del cessate il fuoco all’inizio di ottobre. Sebbene i volumi degli aiuti siano notevolmente aumentati rispetto al periodo precedente il cessate il fuoco, gli operatori umanitari devono ancora far fronte a carenze di finanziamenti, oltre a problemi di coordinamento con le autorità israeliane. E il Regno Unito ha annunciato lo stanziamento di 4 milioni di sterline (4,5 milioni di euro) per le attività di sminamento e bonifica nella Striscia di Gaza in modo da consentire la distribuzione di aiuti umanitari. È quanto si legge in una nota del Foreign Office. Le risorse sono destinate al servizio di sminamento delle Nazioni Unite (Unmas) per permettere a un maggior numero di artificieri di rimuovere mine, bombe inesplose e altre munizioni sganciate sul territorio palestinese devastato dal conflitto.


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