Il centro della città soffocato dai cantieri: polemica sul calendario lavori – Bolzano
BOLZANO. Quando il mondo era mondo, questo viluppo di deviazioni, strettoie, sensi unici alternati, semafori temporanei, code e avanzamenti a passo di lumaca si vedevano solo d’estate. Ma piena: città vuota e auto in fuga. Invece accade adesso. Che tutti sono qui e, con i tutti, anche le auto, i bus, i camion, le consegne mattutine, le scuole aperte, le fabbriche pure.
Così, per capire il mondo che va a rovescio – cioè un viluppo estivo di cantieri che invece si dispiega in inverno – basta che capiti di andare dai Piani in centro, dal centro in Zona, da Dodiciville ovunque. Hanno deciso, ad esempio, di mettere i cubetti nella rotonda di piazza Dogana e di stringere così d’assedio tutte le vie che vi si dipartono. Poi, non contenti, si è stretto in ondate successive di cantieri in avanzamento via Renon e lo sbocco verso il sottopasso dei Piani, soffocando le rotonde in successione verso la funivia del Renon. Quella direttrice, a guardarla bene, è la tangenziale interna.
Detto così suona bene. Un po’ troppo. Cioè, fa capire come vive la città in attesa pluridecennale di quella vera. In realtà è un suo succedaneo, consentendo di uscire di città, aggirandola e finendo in quell’altra direttrice impropria che è la statale e il tunnel del Virgolo. Bene: in queste settimane è stretta d’assedio. Soffocando così l’unica alternativa di fuoriuscita dal centro per evitare gli ingorghi di piazza Stazione, via Garibaldi e piazza Verdi. Via Piani, via Brennero e piazza Dogana sono così sotto assedio. In via Piani e in via Brennero sono presenti due sensi unici alternati ma l’ alternanza è una pia illusione, viste le code che questi semafori temporanei procurano nel quadrante.
Il quale è uno dei più trafficati. Visto il viluppo di strade a senso unico, da via Cavour e via Hofer ad un’unica direzione verso lo sbocco in via Renon la quale, a sua volta, è sotto assedio per i lavori verso il tunnel del Piani. La rotonda che aggira la piazzetta della funivia del Renon è diventata così la mappa del nostro scontento, come un budello senza via d’uscita, contando sulla – anche precedente ai lavori – strettoia per chi invece vuole uscire di città verso il Renon. Uno dice: perché tutto insieme.
Perché ridurre il quadrante centrale in un dedalo di circuiti cervellotici. Visto che anche in senso inverso, da via Raiffeisen non si può far altro che reimmettersi verso via Molini. Insomma, un dedalo. E code senza fine. Una situazione prevedibile a guardarsi un po’ prima la cartina. Tanto che Michele Vasarin, consigliere di circoscrizione di FdI si chiede: «Perché questi lavori non sono stati scaglionati nel tempo?». E ancora: «Era necessario intervenire nello stesso periodo su più punti strategici nello stesso quadrante?». Con l’evidenza di un blocco mattutino e serale di tutte le direttrici, via Renon in particolare.
«Chiediamo con urgenza interventi concreti», conclude il consigliere. Si teme che, semmai giungessero, sarebbero ormai fuori tempo massimo. Il peggio è già qui.