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Il Centro Costa di Bologna è una piccola oasi di ritrovo e socialità. Che va preservata

C’è una piccola oasi di ritrovo e socialità a Bologna, in via Azzo Gardino, nella strada pedonalizzata negli anni Novanta, con visione lungimirante dall’ex sindaco Vitali, che raccoglie in poche centinaia di metri istituzioni culturali e sociali di rilevante interesse.

Infatti in questa viuzza, che si snoda tra via Riva e Reno e Porta Lame, praticamente alle spalle del centro storico, si trovano la famosa cineteca comunale cinema Lumiere, perla della città per la sua attività conosciuta in tutto il mondo di restauro cinematografico, insieme alla biblioteca fotografica e cinematografica Renzo Renzi; poco più sopra alcune aule e biblioteche della facoltà di Scienze della comunicazione – meglio conosciuta come Dams – il giardino pubblico parco “11 settembre 2001”, l’università Primo Levi, il centro polifunzionale universitario UNIone, la Manifattura delle arti sempre collegata alla cineteca. C’è anche l’altro giardino del Cavaticcio, spazio eventi e di street food, dove sono allocate le scuole d’infanzia pubbliche e in fondo il Cassero, sede delle associazioni Lgbtqia+.

Al sabato nello spazio davanti la cineteca, denominata piazza Pasolini, si tiene il simpatico Mercato ritrovato, dove si possono acquistare prodotti a chilometro zero e consumare cibo cotto.

Al numero 48, proprio di fronte al Cavaticcio e alla cineteca, c’è il centro socio culturale Giorgio Costa, vera oasi di riposo e svago, ma anche di impegno culturale e artistico. È un centro gestito dall’associazione Ancescao, in cui si svolgono – si può dire quotidianamente – eventi, incontri, dibatti, mostre, spettacoli, proiezioni, mercatini dell’usato, ma vi si può anche andare per festeggiare il compleanno o la laurea. Il centro dispone di alcune sale coperte attrezzate per dibattiti ed eventi e uno spazio all’aperto per quelli che si tengono durante la bella stagione.

C’è un accorsato bar/bistrot dove si possono consumare bevande e pasti a buon mercato. Il pezzo forte del centro Giorgio Costa: il giardino che perfino d’inverno è frequentatissimo da centinaia di persone, molti giovani, universitari e non. Mentre gli anziani del centro i primi fruitori, ci vanno quotidianamente per le loro chiacchierate, per i tornei di carte, per guardare le partite e soprattutto per trascorrere il tempo in compagnia.

Il centro Costa è un luogo d’attrazione perché offre tutte queste opportunità, ma soprattutto perché vi regna un clima di piacevole e informale socialità: non è un posto ricercato, pur essendo senza dubbio bello, vi si svolgono incontri di ogni genere, a carattere culturale e politico, sono ovviamente esclusi argomenti e ambienti che si richiamano alla violenza e men che meno a nostalgie fasciste, tant’è che ormai è la sede preferita d’incontro anche ad alto livello, promossi da istituzioni, partiti ecc.

Vi si tengono soprattutto d’estate rassegne ed eventi culturali, feste politiche, proiezioni e concerti. Graziano Ferrari con sua moglie Mariella, patron del circolo locale Ancescao, sovraintende con i suoi assistenti tecnici Davide e Daniel alla programmazione e alla buona riuscita degli eventi, la capacità di Graziano, attore e regista teatrale, è di prendere con calma olimpica anche le situazioni più complicate che a volte si vengono a creare, è persona attenta e disponibile e ciò contribuisce non poco all’armonia del centro.

Il bar/bistrot è gestito da un formidabile gruppo di giovani riuniti nella cooperativa di lavoro Dantes, presieduta da Gianluca Bianco che con Vincenzo, Diana e Lorenzo formano un team eccellente, sono molto gentili, riescono a dare sempre un ottimo servizio e non si arrabbiano mai, o quasi! Inoltre la cooperativa ha meritoriamente realizzato dei progetti con stagisti, tra soggetti svantaggiati, autistici, rifugiati ecc, a cui insegnano il lavoro sia al bar che in cucina.

Insomma per dirla in sintesi il centro Costa è un luogo che si è venuto a formare nel tempo con peculiari caratteristiche che ne fanno una realtà positiva e molto gradita da tutti coloro che la frequentano. C’è uno spirito di socialità, ovvero è aperto a tutti, nessuno si sente escluso, e non c’è posto per atteggiamenti fighetti. Forse perché non è sorretto da alcuna logica di “profitto” privato, è un luogo associativo e per questo va preservato. A Bologna ce ne sono anche altri ma sicuramente il Centro Costa è riuscito a creare il mix migliore tra qualità e comunità, scusate se è poco!


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