Marche

Il caso della figlia contesa in Grecia. Vincioni deluso dopo l’Appello: «Le istituzioni ci aiutino»

ANCONA «Chiedo aiuto a tutti, alla politica, alle istituzioni: non girate la faccia dall’altra parte». Sono le parole di Emilio Vincioni, di Sassoferrato, che vede sempre più lontana e difficile la prospettiva di fare da padre alla figlioletta di otto anni che vive in Grecia con la madre sin dalla nascita.

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La condanna

Dopo la condanna della donna in primo grado ad Ancona a due anni di carcere per sottrazione e trattenimento di minore all’estero, la Corte d’Appello di Ancona ha infatti, a sorpresa, dichiarato ieri il difetto di giurisdizione italiano sulla vicenda. Una decisione che, salvo la possibilità di un ricorso in Cassazione, apre la prospettiva di sostenere questo giudizio in Grecia. Dopo la sentenza d’appello, Vincioni, affiancato nella sua battaglia oltre che da una legale, anche dal consigliere regionale dei Civici Marche Giacomo Rossi, non ha nascosto la propria amarezza. Entro 60 giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza della Corte d’appello di Ancona e poi Vincioni e la sua legale valuteranno un ricorso in Cassazione. Ma c’è anche uno svantaggio a livello di spese processuali: l’ex moglie può contare in Italia del gratuito patrocinio, grazie al quale ha potuto ricorrere in appello senza sostenere costi, mentre Vincioni deve pagare tutte le spese giudiziarie nonostante sia la vittima di questa situazione




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