Umbria

il caso degli aventi diritto pregiudicatiIn


Il centrosinistra insieme all’assessore al Welfare uniti nel riscrivere e cancellare alcuni parametri immessi dalla passata giunta di centrodestra per l’assegnazione delle case popolari. Il parametro che più divide è quello relativo a eventuali precedenti, a eventuali condanne in primo grado. Fuori dalle case popolari anche se ha pagato la sua pena? Lo scontro rientrerà nel vivo in aula verso la fine di settembre. L’assessore ha aperto la via ribadendo che va tolto quell’ostacolo dei precedenti perché le persone cambiano, perché proprio le persone in difficoltà devono essere integrate. Questo insieme ai 5Stelle, Sinistra e Verdi e un pezzo importante del Pd. Contro le modifiche Melasecche (Lega) e Nilo Arcudi (Umbria Civica-Tesei Presidente.

La maggioranza

“Nessuno deve essere condannato a vivere ai margini della società per sempre. Chi ha già pagato il proprio conto con la giustizia non può essere escluso dalle graduatorie, tanto meno insieme alla sua famiglia”. Lo dichiara il consigliere regionale Luca Simonetti (M5S – presidente della Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria)”.

“Abbiamo constatato direttamente – spiega Simonetti – come questa legge, voluta dal centrodestra e applicata da tutti i Comuni, incluso quello di Terni, non solo penalizzi chi ha espiato la propria colpa, ma colpisca duramente anche tutti i componenti del nucleo familiare, inclusi i minori, che non hanno alcuna responsabilità ma si trovano a pagare un prezzo altissimo. Il tema delle case popolari non può essere piegato a logiche punitive, ma deve prevedere strumenti per premiare chi ha più bisogno, perché questo fa una Regione che non lascia nessuno indietro”.

Opposizione

“Le case popolari devono rappresentare un diritto per chi vive reali situazioni di difficoltà, ma non possono mai trasformarsi in un rifugio per chi non rispetta la legge.” L’attacco porta la firma del consigliere regionale Nilo Arcudi (Tp-Uc), facendo riferimento alle recenti dichiarazioni dell’assessore Fabio Barcaioli, il quale ha ipotizzato modifiche alla normativa regionale dopo le esclusioni dalle graduatorie dovute a violazioni delle regole vigenti”.

“Quelle regole, compreso il requisito dell’incensuratezza, furono introdotte – spiega Arcudi – proprio per garantire trasparenza, equità e sicurezza sociale, e per tutelare i cittadini onesti che rispettano le leggi. È quindi sorprendente che chi governa oggi scelga di mettere in discussione principi fondamentali di responsabilità e giustizia. Le fragilità e le emergenze sociali vanno affrontate con strumenti adeguati, ma non sacrificando la legalità: le case popolari non possono essere destinate a chi ha commesso reati, la legalità è la condizione minima per costruire comunità solidali, difendere i più deboli significa anche difendere chi da anni attende correttamente in graduatoria”.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »