Trentino Alto Adige/Suedtirol

Il carcere di via Dante scoppia Gli agenti: «Siamo al limite»  – Bolzano



Bolzano. Il carcere di via Dante può contenere 88 detenuti. Ci si può spingere, come recita il regolamento, ad un massimo tollerabile di 96 unità in caso di emergenza. Questo però non avviene quasi mai. Nel senso che l’istituto è cronicamente oltre il limite: significa ben oltre il centinaio. Oggi sono addirittura 125 – numeri record – coloro che occupano le celle e così la direzione ha chiesto un urgente sfollamento per dare respiro a loro e alla Polizia penitenziaria, che – per non farsi mancare nulla – è a sua volta nettamente sotto organico. La pianta virtuale prevede 84 “guardie”, ma a prestare servizio sono in 49, poco più della metà. E i bandi vanno deserti. Il requisito del bilinguismo ha un ruolo di primo piano tra le cause.

«Una situazione catastrofica», la definisce Leonardo Angiulli del sindacato Uspp. Ormai si è speso ogni tipo di aggettivo per la vita che sono costretti a condurre i detenuti e il personale del carcere bolzanino. Il lavoro condotto con impegno e dedizione dal direttore Giovangiuseppe Monti e il suo staff, da un anno a questa parte, è lodevole e merita di essere sottolineato: ristrutturazioni in atto, progetti, attività e trasferte “premio”. Ma la sensazione è che senza una nuova struttura, il problema del sovraffollamento si riproporrà sempre.

Come spesso accade, è stata trovata una soluzione temporanea: in queste ore è in corso il trasferimento di 6 detenuti presso le carceri di Rovigo e Padova, in modo da non allontanarli eccessivamente dal proprio nucleo familiare. Per la maggior parte degli “ospiti” di via Dante si parla di cittadini stranieri, ben 85, tra cui 24 marocchini, 10 albanesi e 9 romeni. Gli italiani risultano 40.

Il nuovo carcere

Un forte appello a realizzare il nuovo carcere è arrivato da ogni sponda politica, oltre che dal vescovo Ivo Muser. In questi mesi sono stati spesi molti soldi, oltre un milione di euro, per il rifacimento del tetto, delle docce e della facciata di via Dante. Anche se – come ribadito più volte dal governatore Arno Kompatscher – non esiste alcun legame tra l’attuale ristrutturazione del carcere di via Dante e la costruzione di uno nuovo.

«Il ministero ha creato una specifica area di competenza per l’edilizia carceraria. Ora attendiamo che ci forniscano l’elenco delle carceri che, a livello nazionale, hanno il più elevato tasso di priorità. E ci aspettiamo ovviamente di esserci. L’idea ovviamente è quella di utilizzare il terreno che abbiamo già espropriato anni fa nella zona di fianco all’aeroporto e non di non rinnovare il carcere esistente con ulteriori investimenti».

«L’istituto di via Dante – aggiunge Leonardo Angiulli dell’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria – non è a norma. A nostra parere è uno spreco di tempo ed energie continuare a investirci dei soldi. Gli spazi risultano inadeguati, ma non è questo che ci delude di più. Piuttosto le promesse non mantenute e la poca voglia di raddrizzare la situazione. Per intenderci, la differenza tra il carcere di Trento e quello di Bolzano è abissale. Non si sta facendo più nulla nemmeno per gli alloggi a prezzi convenzionati destinati agli agenti, che tra pochi giorni si troveranno in ulteriore difficoltà per la perdita di altre quattro unità».




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