il canyon geopolitico che divide i nuovi poteri globali
Settimana illuminante questa appena trascorsa, la prima di settembre, settimana che segna l’inizio dell’anno lavorativo quando si torna in ufficio con l’abbronzatura e infilarsi i calzini ai piedi per mettersi i mocassini è una tortura. Significativa non perché alla fine c’è stata un’eclissi lunare di una super luna piena rossa, evento abbastanza raro, ma perché tra occidente e il nuovo mondo si è scavato un canyon così profondo che sarà difficile saltarlo.
I futuri ‘potenti’ del pianeta si sono incontrati in Cina, parlo dei Brics; lo hanno fatto in gran pompa con i loro satelliti che gli giravano intorno, ormai quasi tutte le economie emergenti o già emerse come gli Emirati. Ci sono stati ben due eventi: uno a Tianjin per la Shanghai Cooperation Organization, incontro strategico-commerciale, e l’altro a Pechino in memoria della sconfitta del Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale, evento importante per trasmettere al mondo la costituzione del nuovo blocco geopolitico.
Il messaggio è chiaro: ci siamo e siamo molto più coesi e forti di quanto voi occidentali pensiate. Che significa questo show di solidarietà: è solo un riuscitissimo esperimento di soft power? Diversi dei paesi presenti sono oggetto di sanzioni economiche da parte del ricco occidente, vedi la Russia; altri sono stati addirittura attaccati militarmente dagli Stati Uniti, vedi l’Iran; altri ancora sono stati corteggiati da Trump con scarsissimo successo, vedi l’India. Il messaggio è ancora chiaro: non abbiamo più bisogno dei vostri mercati e non accettiamo le vostre condizioni (siano esse politiche o economiche) per continuare a commerciare con voi, non ci interessa commerciare con voi.
Ma non basta: lo show di forza militare messo in scena a Pechino con Xi Jinping affiancato da Putin e da Kim Jong-un, tre potenze nucleari, tre uomini che possono con un dito trasformare intere città in un fungo di fumo e cenere, è ancora più significativo. Ma non per il possesso dell’arma nucleare.
Il mondo in cui gli Stati Uniti e i suoi alleati atlantici, grazie all’atomica, erano superiori, quello della Guerra fredda dove il nucleare faceva da ago della bilancia tra i due blocchi, quello della proliferazione illegale e nascosta dove nazioni come il Pakistan si sono fatti la bomba “in casa” grazie a scienziati ladri non esiste più. Oggi si combatte con armi strategiche a tutti i livelli, con armi intelligenti mirate, con droni piccoli come un calabrone, armi che i Brics posseggono. Il messaggio vero viene dalla parata di uomini e donne in fila come robot, un messaggio per noi: in questo mondo alternativo al nostro il controllo della leadership sulla popolazione (il nostro elettorato) è totale come totale è il consenso. E questa è l’arma più potente del nuovo ordine mondiale, un’arma che noi non abbiamo.
Mentre tutto ciò avveniva, in Europa si svolgeva l’ennesimo atto di quel teatrino di politici che da quattro anni ci viene proposto: si sono rifiutate le proposte fatte da Putin per la pace, si sono stanziati ancora più soldi per una guerra che l’Ucraina sta perdendo, non si è discusso affatto di come fermare il genocidio di Gaza, si è fatto finta si nulla quando i tassi d’interesse dei titoli trentennali sono schizzati alle stelle a causa del debito accumulato dai vari paesi, come si continua ad ignorare che le auto elettriche cinesi ormai hanno invaso tutti i mercati e messo fuori gioco quelle prodotte in Europa e così via. La realtà parallela in cui ormai l’Occidente vive, fatta di ricordi di un passato glorioso e sogni di riproduzione dello stesso, diventa sempre più asfissiante e impedisce di percepire il cambiamento pericolosissimo in atto nel resto del mondo. Tutto ciò è merito dell’Economia Canaglia che dalla fine della Guerra fredda ridisegna il mondo. Una forza selvaggia che pensavamo di poter tenere a bada.
Succede sempre alla fine degli imperi. Il presente ormai fatica a prenderne il sopravvento, è tenuto lontano dalla rigidità del potere del passato e il mondo “canaglia” si muove verso il futuro velocissimamente. E questo mondo vero, in fase di costante cambiamento, è un mondo che ha subito l’egemonia dell’Impero e quindi porta con sé un bagaglio di risentimento pesante, viene cocciutamente allontanato dall’Impero come un fenomeno irrilevante e falso e così facendo si scava il canyon della realtà.
Ad un certo punto, ahimè, se non ci svegliamo dal torpore del delirio di potenza, dentro questo canyon noi ci cadremo con l’ultima spinta dell’Economia Canaglia.
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