Piemonte

Il campione di karate Arlotti a processo per le botte all’ex si difende in aula: “Mai toccata”

Il campione di karate Cristian Arlotti — a processo per le percosse all’ex fidanzata — si difende in tribunale: «Non l’ho mai toccata». E sul video che mette a rischio la sua reputazione da sportivo dove sembrava assumesse droga spiega: «Non era cocaina ma borotalco, dovevamo usarlo per le cuffie nel party in piscina». La ex (parte civile con l’avvocata Francesca Violante) aveva inviato il video al coach di Arlotti e ha una denuncia a suo carico per diffamazione.

Il karateka difeso dall’avvocato Luca Calabrò è finito a processo perché avrebbe picchiato la ex che lo aveva sorpreso durante un festino in casa con cocaina e due ragazze. Quella sera era stato arrestato. Tornato in libertà aveva chiesto in procura l’autorizzazione a partecipare ai mondiali di karate in Giappone lo scorso anno. “Non ho mai picchiato la mia ex – si difende l’imputato – Se ha ricevuti dei colpi, è capitato involontariamente, quando si è buttata contro di me sul letto, per svegliarmi”.

La pm Barbara Badellino aveva avviato una serie di indagini per ricostruire il contesto in cui l’episodio di violenza è maturato. Nel frattempo la giovane aveva ricevuto dall’ex amica delle immagini scottanti per una delle promesse del karate torinese: «Si vede lui che aspira una sostanza bianca disposta su un cellulare», avevano ricostruito in aula. Ma lui ha negato tutto: “Era solo borotalco”, ha insistito davanti al giudice Agostino Pasquariello.

Poco dopo l’udienza è giunta la notizia che tutte le misure restrittive nei suoi confronti sono state revocate. “Nei miei confronti non c’è stata ricerca di giustizia, ma di vendetta”, dice.

In udienza un’altra ex fidanzata dello sportivo ha raccontato di essere stata picchiata anche lei, pur non avendo sporto denuncia. il difensore Calabrò ha chiesto di ascoltare come testimone anche il padre del suo assistito, Paolo Arlotti, che era consigliere comunale a Nichelino. Quando è stata diffusa la notizia dei guai giudiziari del figlio, dopo un confronto in maggioranza, ha preferito dimettersi. Il padre nega di aver mai ricevuto lamentele dalle compagne del figlio per via dei suoi comportamenti. A gennaio il processo proseguirà con la requisitoria della pm.


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