il 27enne minacciava di diffondere le foto intime della ragazzina
ANCONA Dopo la fine della relazione, avrebbe reso la vita dell’ex fidanzata un inferno. Tra appostamenti (anche nei pressi della scuola da lei frequentata), messaggi continui e la minaccia di diffondere foto intime. Un compendio accusatorio, quello disegnato dalla procura di Ancona, che rischia di far finire a processo un 27enne anconetano. Le contestazioni: stalking, lesioni personali e pornografia minorile. Un reato quest’ultimo che, pur essendo i fatti avvenuti a Recanati, ha fatto spostare la competenza alla procura distrettuale del capoluogo dorico.
Le parti civili
L’udienza preliminare nei confronti del 27enne si è tenuta davanti al gup Alberto Pallucchini. C’è stato subito un rinvio ad aprile per prendere in considerazione l’ipotesi dell’accesso a un rito alternativo. Parti civili con gli avvocati Jacopo Saccomani e Bernadette Verducci sono l’ex fidanzata dell’imputato, una ragazzina che all’epoca dei fatti aveva 15 anni, e la madre di lei. Le contestate persecuzioni nei confronti della vittima sarebbero partite nell’autunno del 2023: lei era un’adolescente, lui aveva 26 anni. Nonostante la differenza di età, si erano frequentati per un periodo. Poi, la decisione di interrompere la relazione. Da lì in poi, stando a quanto denunciato ai carabinieri, per la minorenne sarebbe iniziato l’incubo. Un terrore così forte da indurre la ragazzina a non uscire più di casa da sola per la paura di incrocia il suo ex.
I blitz
Nell’imputazione si parla dei molteplici e assillanti messaggi inviati all’ex, a volte conditi con insulti e la minaccia di divulgare foto intime della ragazzina. File che, stando alla ricostruzione del pm Marco Pucilli, aveva prodotto proprio l’imputato durante il periodo in cui frequentava la 15enne. Ma lui, sempre secondo quanto contestato, si sarebbe anche spinto oltre, piazzandosi a pochi passi dalla scuola della ragazzina.
Il rifiuto
Nell’ottobre del 2023, l’episodio in cui la minorenne aveva riportato lesioni, finendo al pronto soccorso con una prognosi di cinque giorni. La ricostruzione della procura, ancora tutta da vagliare in aula: lui sarebbe andato sotto scuola della ex per parlare. Al rifiuto di lei di interloquire (era stato bloccato anche sui social), avrebbe reagito strattonandola e buttandola a terra per prenderle il cellulare. Telefono che poi era stato restituito alla vittima. Tutte le accuse sono da dimostrare in aula.