il 2025 rischia di essere come il 2024″ – Torino Oggi
Reduci dalle due ore di incontro con Jean Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, i rappresentanti dei lavoratori non traggono auspici particolarmente buoni dal vertice preparatorio all’incontro del 17 al Mimit. A spaventare, in particolare, la prospettiva di un 2025 che non si discosterà dai numeri del 2024.
Servono fatti concreti
“Ci è stato detto che ci sarà un cambio si gestione all’interno di Stellantis, anche nelle relazioni sindacali – dice Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim – ma per noi deve esserci un cambio di passo, fatti concreti, perché piani industriali, prima, non solno mancati. Ma serve una loro applicazione. La narrazione non basta“.
A cominciare dal futuro della piattaforma small, “che in passato ci è stato detto essere in competizione con altri Paesi. Portarla in Italia aumenterebbe molto i volumi. E vogliamo fatti nuovi e concreti anche sulla gigafactory. Ci sono stati dividendi importanti, quindi il Gruppo può fare sforzi in più negli investimenti“.
Conferme su Mirafiori “per la 500 ibrida e l’elettrica di nuova generazione. Ma il 2025 sarà difficile e una crescita del 50% nel 2026 non porterebbe altro che al 2023. Anche l’obiettivo di un milione di vetture negli anni a venire necessità di fatti concreti. Altrimenti è difficile arrivare al 2030“.
Giudizio resta negativo
“Il nostro giudizio non è cambiato rispetto a ieri – aggiunge il segretario nazionale di Uilm, Rocco Palombella – Legare il destino solo alla 500 non rassicura. Comprendiamo le difficoltà che il Gruppo affronta con il cambio del ceo, ma quello che ci hanno raccontato oggi non basta. I tempi per eventuali nuovi modelli sono troppo spostati e non ci sono garanzie su appalti come quelli di Trasnova. È stata trovata solo una soluzione transitoria. Non per nulla pensano che il 2025 avrà un volume produttivo uguale al 2024. Per questo il giudizio è negativo“.
Una falsa ripartenza
“È una falsa ripartenza – aggiunge Michele De Palma, segretario nazionale Fiom – Quelli del prossimo anno sono numeri complessi e non c’è motivo per i toni trionfalistici in vista dell’incontro del 17 dicembre al Mimit. Le incertezze aumentano e non si riducono. I motivi del nostro sciopero restano del tutto validi. Non bastano le dichiarazioni per risolvere i problemi“.
“Il Governo faccia la sua parte”
Roberto Di Maulo, segretario nazionale di Fismic, chiede però anche un intervento del governo: “In Europa bisogna farsi sentire per modificare i termini delle regole. Non è solo Stellantis che soffre“.
Fare ricambio generazionale
E Antonio Spera, segretario Uglm, aggiunge: “Hanno parlato di un cambio, con l’addio di Tavares, ma servono fatti concreti anche sul ricambio generazionale. Non possiamo più accettare fuoriuscite come successo fin qui. E per Mirafiori serve un altro prodotto“.
Dare futuro al capitale umano
Conclude Giovanni Serra di Aqcfr: “La transizione in Europa non è stata gestita nella maniera migliore e questo sta turbando diversi Paesi. La nostra storia centenaria è fondamentale. Bisogna proiettare il capitale umano nel futuro: una missione produttiva per ogni stabilimento e per i centri sviluppo“.