Liguria

I vigneti della Liguria sono minacciati da una nuova malattia, la flavescenza dorata


Genova. La Regione Liguria è al lavoro per sostenere le aziende agricole nel contrasto alla flavescenza dorata, una malattia della vite che minaccia non solo i vigneti, ma anche economia e identità agricola e paesaggistica del territorio. La Giunta regionale ha infatti deliberato, su proposta del vicepresidente con delega all’Agricoltura Alessandro Piana, i nuovi criteri che stabiliscono le linee guida e le modalità per accedere ai futuri bandi di sostegno. Un passaggio necessario per allineare la Regione alle più recenti disposizioni ministeriali.

«La flavescenza dorata rappresenta una minaccia anche per la Liguria, terra di eccellenze vitivinicole – spiega il vicepresidente Alessandro Piana – I vini certificati Dop e Igp, i vigneti eroici e storici, spesso situati su terreni impervi e modellati dal lavoro delle generazioni, sono il simbolo della tenacia e dell’arte agricola ligure. Proteggere queste coltivazioni significa salvaguardare un ecosistema delicato, garantire la continuità di produzioni uniche e sostenere il futuro delle giovani generazioni di viticoltori».

Il provvedimento prevede, tra gli altri criteri, nei territori dove la malattia è stata accertata dal Settore Fitosanitario regionale, un contributo pari al 50% delle spese ammissibili per l’estirpazione delle piante infette nonché per l’acquisto e la sostituzione con nuove piante. Il piano, che sostituisce quello approvato con una precedente deliberazione, risponde pertanto ai nuovi scenari regionali e nazionali. «Intervenire ora significa difendere non solo i nostri vigneti, ma anche l’immagine stessa della Liguria e il suo tessuto economico», aggiunge Alessandro Piana. I nuovi criteri saranno presto consultabili sul sito agriliguria.net.

Cos’è la flavescenza dorata

La flavescenza dorata – riporta Wikipedia – è una fitoplasmosi provocata dai fitoplasmi del gruppo 16Sr V (sottogruppi C e D). Essa appartiene al gruppo dei giallumi della vite. Il nome viene attribuito dalla colorazione gialla dorata che assumono le foglie, i tralci ed i grappoli di vitigni a bacca bianca una volta colpiti. L’agente causale della malattia è il Candidatus Phytoplasma vitis, un fitoplasma che si insedia nei tessuti floematici dell’ospite e ne provoca il blocco della linfa elaborata, inducendo uno squilibrio delle attività fisiologiche dalla pianta stessa.

I sintomi della flavescenza dorata si riscontrano sulle foglie, sui tralci e sui grappoli. Si osservano in piena estate, dal mese di luglio si accentuano progressivamente fino ad essere riconoscibili dalla metà di agosto alla metà di settembre. Rimane comunque indistinguibile, senza l’analisi di laboratorio, da un altro fitoplasma che colpisce la vite, quello del legno nero (LN).

I sintomi possono essere localizzati sui tralci o essere genericamente sull’intera pianta. Le foglie evidenziano anomalie cromatiche su una parte, le nervature o l’intera lamina (ingiallimenti su vite a bacca bianca e arrossamenti su vite a bacca nera). Possono assumere frequentemente una forma triangolare con i bordi arrotolati verso il basso con un cambiamento anche della consistenza al tatto che diventa cartacea. I tralci rimangono erbacei per la mancata o irregolare lignificazione e presentano spesso pustole oleose alla base. I grappoli possono presentare diversi sintomi: parziali o totali disseccamenti del rachide oppure un appassimento e cascola degli acini al momento della maturazione. Da ciò si evince il maggior danno economico per il settore vinicolo.

Le piante colpite muoiono raramente, però la fitopatia porta a un graduale deperimento della vegetazione influendo negativamente sulle produzioni.




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