Società

I trend beauty del 2026: scienza, emozioni, libertà

Questo articolo è pubblicato sul numero 48 di Vanity Fair in edicola fino al 25 novembre 2025.

Quale sarà il beauty trend più irresistibile del 2026? Quello capace di farci sognare, cambiare ritmo, far esplodere nuove emozioni? Le scintille di innovazione sono pazzesche: arrivano creme che si adattano al livello di stress, profumi che calmano come una seduta di meditazione, trucchi che celebrano le imperfezioni. Non è fantascienza, ma la sintesi delle tre maxi tendenze 2026 anticipate dal report sui Global Beauty Trends di Mintel. Il filo conduttore è chiaro: la bellezza non è più solo estetica, ma un’estensione della salute, degli stati d’animo e dell’identità. «Siamo nell’era del less but better, meno ma meglio», spiega Nicola Giorgi, docente e consulente in branding e customer strategy per il mondo del lusso.

«Dopo anni di accumulo, le persone cercano semplicità con senso: meno prodotti, ma più intelligenti, capaci di fare bene più cose insieme. La routine quotidiana è una forma di equilibrio, non un gesto di vanità». Primo segno di questa metamorfosi è Metabolic Beauty, l’incontro tra cosmetica e medicina predittiva. Che cosa significa? In pratica, pelle e capelli diventano i nostri primi indicatori visibili: tenendoli d’occhio e misurandone in tempo reale i cambiamenti (anche attraverso smartphone) potremo calibrare di volta in volta la dose del prodotto, la texture e la frequenza di utilizzo. «Questo approccio avrà un impatto profondo perché mette in connessione diretta la bellezza con il benessere fisico e mentale. Più che migliorare l’aspetto, ci si vuole sentire in armonia: dormire meglio, gestire lo stress, avere energia e una pelle che lo rifletta. È una rivoluzione silenziosa che nasce dalla volontà di stare bene davvero, non solo di apparire in forma». Accanto alla scienza, cresce la dimensione che mette i sensi al centro: il secondo grande trend è Sensorial Synergy. La vera novità? Non solo efficacia: d’ora in poi, l’esperienza sensoriale passerà in primo piano, sarà strategica, imprescindibile, addirittura il principale motivo d’acquisto. Faremo sempre più uso di fragranze funzionali, che riescono ad alleviare l’ansia, e trasformeremo le routine quotidiane di cura in esperienze coinvolgenti, quasi di entertainment. «Oggi il desiderio nasce dall’interazione, non dalla promessa: dal toccare, provare, scoprire. È una lezione che arriva dalla Corea, dove il retail è immersivo: puoi testare formule, ricevere diagnosi personalizzate, vivere la skincare come esperienza culturale», conclude Giorgi. Infine, nell’era dell’AI, ecco l’ultimo trend, forse il più affascinante, Human Touch Revolution: la riscoperta di una bellezza viva, vulnerabile e autentica, dove l’imperfezione diventa un atto di libertà. Il make-up sarà tattile, i prodotti si applicheranno con i polpastrelli, con errori e gesti spontanei, lontani dalla perfezione digitale, e la tecnologia verrà usata per valorizzare, e non oscurare, gli aspetti più personali e autentici della bellezza. Paradossalmente, nell’epoca degli algoritmi, crepe, pause, imperfezioni e tutto ciò che sfugge al controllo digitale diventeranno il nostro nuovo spazio espressivo. Sarà dunque la creatività umana l’ultima forma suprema di lusso?

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